Emma Mancini

Allarmante l’incremento del numero di case palestinesi demolite dall’esercito israeliano in Cisgiordania nel 2011. È l’Onu a mostrare preoccupazione per l’intensificarsi del trasferimento forzato della popolazione palestinese dalle proprie terre.

Secondo il rapporto presentato ieri dall’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, nei primi sei mesi del 2011 sono stati demoliti 356 edifici, contro i 431 dell’intero 2010. E il legame tra l’espansione delle colonie in Cisgiordania e l’allontanamento della popolazione palestinese è “abbondantemente chiaro”, ha detto il portavoce dell’UNRWA, Chris Gunness: “Molti trasferimenti forzati – ha detto Gunness all’agenzia palestinese Ma’an News – si stanno verificando nei luoghi in cui le colonie si allargano. A questo si aggiunge un incremento degli attacchi violenti dei coloni israeliani. I palestinesi vengono cacciati dalle terre dei loro padri e dei loro nonni per fare posto ai coloni”.

Secondo i dati forniti dall’UNRWA, sono state 700 le persone che hanno perso la propria casa nei primi sei mesi del 2011; soltanto a giugno e luglio circa 600 palestinesi (per lo più bambini) sono diventati dei senzatetto. Nell’intero 2010 erano stati 594. Alla piaga delle demolizioni portata avanti dalle autorità israeliane, si aggiungono le violenze pressoché quotidiane dei coloni, la confisca delle terre e delle risorse energetiche e la severa limitazione del diritto di movimento. Un puzzle che spiega bene sia l’incremento dei livelli di povertà nei villaggi dell’Area C della Cisgiordania (sotto controllo israeliano), sia la decisione di molte famiglie di abbandonare le proprie terre.

La maggior parte degli ordini di demolizione, nel corso degli ultimi anni, sta colpendo soprattutto le comunità beduine, le più vulnerabili. In molti casi tutte le abitazioni di un villaggio vengono raggiunte dagli ordini di demolizione, ma solo alcune vengono realmente distrutte, lasciando gli altri residenti nella paura continua e quotidiana di non avere più un tetto sulla testa.

“È evidente – ha continuato Chris Gunness – come questo stia distruggendo l’anima delle comunità locali e come contribuisca ad un’alterazione demografica che sta cambiando la struttura etnica della Cisgiordania”. A peggiorare la soluzione, secondo l’UNRWA, interviene un altro elemento: l’impossibilità per i palestinesi ad ottenere permessi per la costruzione di nuovi edifici nelle terre dell’Area C, “mentre le colonie israeliane godono di trattamenti preferenziali per l’acquisizione di terreni fertili e ricchi d’acqua”.

“Chiediamo trasparenza, responsabilità e la fine delle politiche e le pratiche con cui Israele viola il diritto internazionale”. Questo l’appello lanciato dall’UNRWA, che chiede al governo di Tel Aviv l’immediato stop al trasferimento forzato della popolazione palestinese e alla demolizione di case nei Territori Occupati.
 

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