Estate calda per le associazioni dei consumatori
di Alessandro Petruzzi* Federconsumatori
Uffici affollati da chi non riesce a pagare le bollette,non riesce a ricontrattare il mutuo,è arretrato con il pagamento del credito a al consumo (prestito) ed è letteralmente inseguito dal recupero crediti,cartelle esattoriali e contratti vessatori con fatturazioni per forniture servizi che volano facilmente sopra tremila euro o comunque con crescite improvvise del 15%.
In questo clima di persone indebitate ,in ritardo con i pagamenti,sofferenti per mancanza di informazioni e disperate perché l’unico contatto/ risposta (quando va bene) è un freddo operatore telefonico,si inserisce un bombardamento mediatico sul crollo delle borse,di fallimenti annunciati,smentiti,confermati,degli stati sovrani.
I cittadini sono frastornati,spaventati,persi nelle notizie lette sulle locandine di un giornale,ascoltate dal televisore al bar mentre tentano la fortuna con un gratta e vinci o a lotto.
Anche chi ha qualche risparmio,soprattutto i piccoli risparmiatori,sono presi da colpi di panico per le notizie che i loro sospirati e sudati soldi non valgono più o rischiano di diventare carta straccia.
Soprattutto le persone anziane o con una rete familiare debole sento il bisogno di conoscere che cosa sta succedendo e di essere rassicurati,ecco quindi le tante telefonate e visite,fatte con molta titubanza e riservatezza,quasi vergogna,agli sportelli di Federconsumatori,con una richiesta martellante:per favore un esperto,un avvocato o il presidente per …. una informazione ….. che cosa posso fare per essere al sicuro … con chi devo parlare …. di chi mi posso fidare.
C’è sfiducia nello stato e nelle istituzioni ( tra queste soprattutto le banche ) oltre che nella politica attuale. Per uscire dalla crisi non è sufficiente la fiducia nel Presidente della Repubblica.
Si rende necessario mettere in atto una forte manovra anche anticipata accompagnata da segnali di equità ed esempi radicali. Per iniziare:
-contributo solidaristico dai redditi superi orinai 100 euro,
-tassa su rendite finanziarie (eccetto titoli di stato)a media europea del 20%,
-più determinata lotta all’evasione( non ci può essere una classe di governo che quando chiede sacrifici,rigore equità,non ci crede neppure lei. Strizza l’occhio,come a dire:sacrifici si,ma domani ..basta che paghino gli altri. Peccato che domani-oggi- è troppo tardi.
Da subito scelte su spese inutili,principalmente su:
° abolizione delle provincie,
° abolizioni miriade enti inutili,
° accorpamento piccoli comuni,
° taglio stipendi dei manager pubblici,portandoli ad un livello identico a quello dei redditi dei parlamentari,a loro volta collocati su media europea.
Dalla crisi si esce anche con una forte dose di fiducia nel futuro, nelle istituzioni ,nella capacità di reazione del paese animati da una forte coesione sociale,come del resto in passato ciò è stato in momenti di emergenza. Oggi, dal nostro piccolo punto di incontro giornaliero con la società,osserviamo che tutto ciò si sta allontanando, subentra rassegnazione ,diffidenza,paura del domani,dell’altro del diverso. Se n faranno la solita operazione di facciata e pannicelli caldi per i potenti e eccessivi sacrifici per gli altri, avremo un settembre con brutto risveglio. I cittadini stanno uscendo dalla rassegnazione e cominciano ad indignarsi

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