Come era prevedibile le comunicazioni di fine indagini da parte della magistratura per la vicenda della Asl di Foligno ha scatenato numerose prese di posizione da parte di esponenti della opposizione ai Palazzo Cesaroni. Sull’argomento, infatti, sono intervenuti il capogruppo dell’Udc. Sandra Monacelli, la portavoce del centrodestra (Pdl e Lega) in Consiglio regionale, Fiammetta Moldena, e il consigliere del Pdl Andrea Lignani Marchesani. Tutti si rivolgono in maniera critica nei confronti della presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, prendendo in modo particolare di mira la sua recente decisione di reintegrare nell’esecutivo di Palazzo Donini l’assessore Vincenzo Riommi, sia pure con deleghe diverse da quelle della sanità.


Ecco, comunque, come i tre consiglieri regionali hanno argomentato le loro ragioni.

''Nell'attesa che la magistratura faccia il suo corso, pur sospendendo il giudizio sui fatti che sono oggetto di indagine, ritengo, a seguito delle notizie apparse sulla stampa, ribadire la valutazione di evidente ed incomprensibile inopportunita' della decisione assunta dalla Marini alla vigilia delle sue ferie estive, e che gia' ho peraltro espresso nell'imminenza della riassegnazione delle deleghe all'ex assessore Riommi'': afferma, il consigliere regionale Sandra Monacelli (capogruppo Udc). ''Probabilmente - prosegue - la pressione esercitata da piu' parti nei confronti della presidente Marini, di cui sembrava eccessiva l'ostinazione a mantenere nelle sue mani, per oltre otto mesi, la delega alla sanita', ha indotto, unitamente ad una superficiale valutazione delle vicende giudiziarie e politiche umbre, ad un azzardato superamento della 'anomalia', ed il clamoroso reintegro dell'assessore Riommi trovava senso solo negli strani regolamenti di conti all'interno del Pd, diviso tra equilibri territoriali e correntizi''. ''Inquieta, in tutte queste vicende - secondo Sandra Monacelli - l'evidente forzatura con la quale la maggioranza di sinistra dell'Umbria, in profonda crisi di identita', ha pensato di sopravvivere alle difficolta' puntando contestualmente sulle lezioni di superiorita' morale, e anticipando quasi a volerle orientare le conclusioni delle indagini giudiziarie. Il buon senso avrebbe richiesto una bella dose di prudenza''.
''Spero - conclude l'esponente Udc - che la presidente si renda conto della gravita' di una situazione che getta discredito non solo su una parte politica, ma genericamente sulle Istituzioni. Per una volta sarebbe apprezzabile ammettere gli errori anziche' difenderne ad oltranza l'insostenibile leggerezza delle giustificazioni''.

''La presidente ci ha messo otto mesi per nominare il nuovo assessore dopo le dimissioni di Riommi: tempo pochi giorni e la giunta regionale e' di nuovo nella bufera. La Marini e la sua maggioranza pagano lo scotto della supponenza e della convinzione che tutto si sarebbe aggiustato'', sottolinea Fiammetta Modena, in una nota in cui esprime la posizione del proprio gruppo, il Pdl, e della Lega Nord, sulla vicenda dell'inchiesta Asl 3. ''Arroganza? Superficialita'? Non sappiamo quali motivi, piu' o meno oscuri - continua Modena - abbiano fatto perseverare il centro sinistra nella assenza piu' totale di provvedimenti nei confronti del direttore della Asl di Foligno, nella nomina di Riommi senza attendere la chiusura delle indagini, nella totale mancanza di provvedimenti nei confronti di Webred. Ogni tanto qualche accenno di riflessione, finito sempre nel vuoto pneumatico: inutile ricordare i vari dibattiti tenutisi in consiglio regionale, finiti sempre con un 'auto-assoluzione' del Pd e alleati, il documento 'tana libera tutti' del Partito democratico, gli affondi dell'Idv simili a ruggiti del topo.
Inutile ricordare - continua Modena - l'indifferenza con cui i molteplici richiami dei gruppi di opposizione siano stati valutati''. ''Ora la maggioranza della Marini - ribadisce la Modena - deve spiegare agli Umbri se pensa di continuare con l'atteggiamento della presunta superiorita' morale, lasciando alle sensibilita' individuali scelte che coinvolgono tutte le istituzioni regionali, in un quadro che mette sotto accusa un sistema di abusi e clientele''.
La Modena quindi, a nome di Pdl e Lega Nord, pone ''cinque domande alla Marini e alla sua maggioranza: Quali provvedimenti intende assumere nei confronti del direttore della Asl n.3, alla luce della vicenda (resa nota oggi dalla stampa, ndr) dell'occultamento della cartella clinica? E sono stati gia' assunti i provvedimenti promessi dopo la 'nomina' della dott.ssa Santoni sempre nella Asl 3, o tutto tace? Cosa pensa di fare Riommi? Prima si e' dimesso senza essere indagato. Poi dopo otto mesi e' stato nominato nuovamente assessore, senza attendere la chiusura delle indagini. Ora e' sotto inchiesta. Vale anche per lui il documento salvifico del Pd? Oppure si dimette e trascina con se' un numero considerevole di indagati, a cominciare dal presidente del consiglio? Cosa pensa di fare la Marini con Riommi? Vale per lui lo stesso principio che lei ha indicato per se stessa? Cioe' che con una informazione di garanzia si sarebbe dimessa? E questo principio si applica solo a Riommi? Oppure si applica a tutti? Quali provvedimenti si intendono assumere verso Webred, per dare alla societa' trasparenza e rigore? La agognata riforma delle partecipate vedra' mai la luce? Soprattutto - ribadisce la Modena - si vogliono tutelare i cittadini o si aspetta che finisca la buriana? Il Pd ed i suoi alleati sono ancora convinti che non esista la questione morale in Umbria?
La stampa, anche nazionale, non la pensa cosi'. Le inchieste mettono in luce un sistema di utilizzo del 'pubblico' ormai insostenibile e ai limiti tra lecito e illecito. Che tali comportamenti siano o meno rilevanti poco importa, perche' sicuramente determinano una disuguaglianza sostanziale tra gli umbri''. ''Da piu' di un anno questa maggioranza - conclude la Modena - e' paralizzata da inchieste giornalistiche e della magistratura. Paga per tutti, per oltre 40 anni di governo 'monocolore'. E' incapace per questo peso 'storico', di rinnovare se stessa. Puo' mettere di nuovo la testa sotto la sabbia, ma la casa viene giu' lo stesso. Lega Nord e Pdl chiedono risposte chiare, in aula e pubbliche. Sono risposte dovute. Se non all'opposizione, sicuramente ai cittadini''.

''Non occorre un demagogico rientro dalle ferie americane ma certamente e' necessario rompere un imbarazzante silenzio. Nel momento in cui si impongono ticket, si sconfessano proclami, ritornano a galla imbarazzanti vicende giudiziarie, non puo' essere un oligarchico distacco la risposta giusta'': lo dice, rivolgendosi alla presidente della Regione Catiuscia Marini, il consigliere regionale Pdl Andrea Lignani Marchesani, commentando la chiusura dell'inchiesta sull'Asl numero 3 (ed altre vicende) ed il coinvolgimento di esponenti della maggioranza.
''Un governatore eletto direttamente dai cittadini - ribadisce Lignani in una nota - ha il dovere di assumersi responsabilita' e il diritto di uscire dalle logiche partitocratiche e di scomode eredita' in cui e' stato costretto. In un momento di difficolta' economica per tutti e con migliaia di posti di lavoro a rischio, purtroppo ben di piu' rispetto alle vertenze che occupano in questi giorni gli organi di informazione, si deve dire a chiare lettere che chi amministra un'azienda sanitaria o addirittura la Regione deve essere al di sopra di ogni sospetto e non puo' quindi ricoprire incarichi. Lo scopo dell'elezione diretta fu proprio quello di dare ai governatori e ai sindaci l'autorita' morale che proviene dal mandato dei cittadini a prescindere dai vincoli giuridici e burocratici.
La Marini - conclude Lignani - lo deve immediatamente esercitare anche per ridare dignita' immediata alla politica, che rischia di soccombere rispetto ad altri poteri e a tecnocrazie burocratiche anche in Umbria. Attendiamo fiduciosi da Oltreoceano notizie in tal senso (il riferimento e' al fatto che la presidente e' negli Stati Uniti, ndr)''.
 

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