TERNI - Avrebbero indotto, tramite minacce, vessazioni e favori di tipo economico, un commercialista di 49 anni che si era suicidato a Narni lo scorso 28 luglio, a dipendere completamente da loro, costringendolo a compiere una serie di operazioni irregolari per le loro societa': presunti responsabili, due imprenditori incensurati, arrestati stamani a Terni, che dovranno rispondere di istigazione al suicidio. Si tratta di G.R., 55enne di Narni, e A.P. 53enne ternano, entrambi residenti a Terni.

Gli agenti della seconda sezione della squadra mobile di Terni contestano loro anche l'estorsione aggravata e l'evasione fiscale. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Elisabetta Massini, sono state condotte tramite intercettazioni, interrogatori e prove documentali. Secondo gli investigatori, l'uomo sarebbe stato infatti costretto dai due - titolari di attivita' nel campo della rappresentanza di prodotti per la ristorazione - a redigere false contabilita' per almeno quattro societa' a loro riconducibili, o con le quali intrattenevano rapporti di affari. I due imprenditori avrebbero minacciato il commercialista di interrompere i rapporti professionali con il suo studio e soprattutto di far revocare gli incarichi che, grazie a loro, gli erano stati affidati da altri clienti, pari circa al 40% dell'intero fatturato della sua attivita'.

Gli avrebbero inoltre concesso un prestito di circa 50mila euro, oltre ai locali dello studio. In base a quanto ricostruito dai poliziotti, non riuscendo ad affrancarsi dai due imprenditori, l'uomo aveva cercato di uccidersi gia' il 28 marzo scorso, ingerendo una sostanza tossica e poi ferendosi con delle coltellate. In quell'occasione il commercialista avrebbe lasciato un primo biglietto, in cui spiegava il suo gesto parlando delle fatture false che sarebbe stato costretto a emettere per le 4 societa' riconducibili ai due imprenditori, anche ai danni di altri clienti del commercialista, inconsapevoli dell'utilizzo illegale della loro contabilita'.

Tra le varie operazioni finalizzate all'evasione dell'Iva rilevate dalla polizia ci sarebbero state l'emissione di fatture per operazioni inesistenti e l'emissione di fatture ''clone'', cioe' con uguale numerazione di quelle reali, ma intestate a societa' diverse da quelle effettivamente destinatarie dei beni e servizi resi. Numerose, sempre in base a quanto riferito dagli agenti, anche le fatture con importi gonfiati per aumentare gli elementi passivi nel bilancio. La situazione si sarebbe fatta sempre piu' esasperata per il commercialista, fino al 28 luglio, quando l'uomo ha deciso di gettarsi dal ponte di Narni sulla statale Tiberina (nella foto).

In questa occasione, in una seconda lettera lasciata sul luogo del suicidio, il commercialista avrebbe parlato di alcune deleghe retrodatate (risalenti al 2009) che era stato costretto a compiere nei confronti degli stessi imprenditori per la gestione dei conti correnti delle societa'. Gli arresti sono stati eseguiti in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Maurizio Santoloci. Sono in corso perquisizioni in una dozzina di societa', imprese e studi professionali ternani.

''Soddisfazione per l'operato della procura e dalla squadra Mobile di Terni, nelle persone del sostituto procuratore Elisabetta Massini e del dirigente Tommaso Niglio, che con il loro lavoro hanno consentito di far luce sulle cause che hanno portato al gesto estremo'': e' quanto esprime la famiglia del commercialista che si e' suicidato lo scorso 28 luglio, tramite una nota diffusa dal proprio legale, l'avvocato Francesco Mattiangeli. La famiglia spiega inoltre di essere intenzionata a costituirsi parte civile nel processo che verra', ''per onorare la memoria della persona specchiata e del lavoratore indefesso''.

Condividi