di LUCA BENEDETTI, Il Messaggero Umbria 5 agosto 2011

 

PERUGIA - Enrico Flamini segretario provinciale di Perugia di Rifondazione comunista mette i piedi nel piatto della sanità. Una stoccata alla presidente Marini sul riassetto di giunta e il tackle pesante sui numeri: solo quattro Asl e niente aziende ospedaliere.

Flamini, allora, che fate, la rivoluzione?

No, ma per noi vanno bene quattro Asl. Diteci a cosa servono le Aziende ospedaliere e quale è la differenza.

Detta così sembra buttare a mare la convenzione.

La convenzione tra Regione e Università la accogliamo positivamente. E sul ragionamento complessivo di sistema siamo disposti al confronto sulle nostre proposte di partenza. Ma è decisivo andare oltre al dualismo pubblico e privato. La sanità è un bene comune e si deve partire da lì.

Segretario, vuol limitare i manager?

Non si puà pensare che ci sia tolto il peso della sanità una volta che sono stati decisi i manager, ognuno si prende il suo pezzetto e tutti sono contenti. Il modello deve essere diverso. Pensando anche a un peso minore del potere dei manager. Se ne può discutere.

Flamini, allora ce lo spieghi.

Innanzitutto bisogna mettere un punto fermo. La sanità è un bene comune e quindi indisponibile al mercato. Ma non solo, c'è la necessità di ridare ai territori un potere di controllo ed indirizzo sulle politiche sanitarie.

Ma così non si rischiano guerre di campanili più pesanti di quello che succede adesso?

Non vedo questo rischio. La sanità va ben oltre i campanili. La verità è che, oltre al controllo delle conferenze dei sindaci, serve anche altro per il modello che riteniamo più corretto. Come prima cosa una presenza maggiore delle associazioni e dei comitati degli utenti. Questo allargamento non aliena il ruolo dei municipi, ma permette ai territori di confrontarsi sui veri problemi che riguardano la salute della gente. E poi la sanità deve tornare alla medicina preventiva. Quando si parla di sanità ragioniamo di manager e di numeri, ma perchè non si parla più, per fare un esempio, dell'incidenza dei tumori in una particolare zona della regione?

Ma quale è l'obiettivo della vostra idea di sanità?

Puntare sulla medicina e sui distretti di base può permettere di incidere sulle spese riducendo l'ospedalizzazione. E a proposito di ospedali è il caso di smettere con la loro moltiplicazione.

Flamini, così vi fate un bel pò di nemici.

E perchè? Diciamo soltanto che limitando l'ospedalizzazione si possono conseguire risultati sul fronte della spesa. E' logico che il discorso sugli ospedali venga affrontato.

Se siete contrari alla presenza delle Aziende ospedaliere con la convenzione Regione-Università che fate?

E' un altro discorso. La convenzione la accogliamo così come è, e senza problemi. E' il ragionamento complessivo che deve andare oltre al confronto pubblico e privato. Naturalmente siamo disposti a ragionare sulle nostre proposte senza tabù.

Segretario, la sanità è stata al centro del riassetto della giunta regionale di qualche giorno fa. Rifondazione non è sembrata soddisfatta delle scelte della Presidente Marini.

Lo diciamo in maniera moderata: proprio per l'autorevolezza della Presidente io credo che l'operazione che ha determinato il rimpasto avrebbe avuto bisogno di un passaggio maggiormente condiviso con la coalizione.

Moderati ma chiari. Significa che sulla sanità Rifondazione alzerà barricate?

Assolutamente no. Però in un momento così delicato come è quello dell'ingresso di un nuovo assessore pensavamo che fosse necessario un passaggio politico. Pensiamo che la sanità sia uno dei grandi temi su cui si debba intervenire per rispondere alla macelleria sociale che sta mettendo in atto il governo Berlusconi. Noi abbiamo subito espresso un parere favorevole rispetto alle parole della Presidente Marini contro i ticket, ma non signifa che non ci dobbiamo interrogare su quale sanità per il futuro. Vogliamo capire quale sia l'orizzonte verso cui muoversi.

Questo significa che chiede alla giunta una maggiore spinta riformatrice partendo dalla sanità?

Noi abbiamo sempre espresso un giudizio positivo sull'azione riformatrice della giunta regionale che su alcuni temi ha avuto una buona capacità di condivisione con la coalizione. Penso all'Ater regionale e all'Azienda unica dei trasporti. Due atti concreti che permettono all'Umbria di muoversi in un'ottica riformatrice. Adesso tocca alla sanità. Sono stati già affrontati temi importanti come la trasparenza sulle nomine dei direttori. Ma non si può non andare oltre.

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