Truffa/ Frodavano fondi agricoltura, in 130 rischiano il processo
ROMA - Hanno avuto accesso a fondi comunitari senza averne il diritto e ora 130 persone, tra cui alcuni ex funzionari dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), rischiano processo. Per loro il pm della Procura di Roma, Tiziana Cugini ha chiesto il rinvio a giudizio: entro fine settembre il gup Massimo Battistini definirà le diverse posizioni.
In base al capo d'accusa il "fraudolento disegno criminale" è stato realizzato "mediante artifizi e raggiri, costituiti da una serie di reati strumentali che spaziano dalla produzione di falsi documentali, materiali ed ideologici, all'utilizzo di suggelli contraffatti ovvero, indebitamente di suggelli autentici, alla distruzione di atti pubblici veri fino a giungere all'induzione in errore dei pubblici ufficiali dell'esecuzione dei pagamenti dell'Agea".
Nella vicenda risultano parti offese, oltre all'Agea, il ministero dell'economia, la commissione europea, le regioni Umbria, Marche, Calabria, Puglia, Sardegna, Basilicata e le eredi di una persona deceduta. L'indagine risale alla fine del 2008 quando la Guardia di Finanza di Pescara scopri' una frode da 30 milioni di euro attuata tra il 2003 e il 2006.
Semplice il sistema messo su per frodare le sovvenzioni: con alcuni falsi documenti si provava che un dato terreno era stato messo a riposo e quindi si aveva diritto al rimborso. Ad attuare la truffa non solo coloro che hanno percepito indebitamente i fondi ma anche alcuni dirigenti pubblici.

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