di Nicola Bossi

PERUGIA - Il famigerato ticket sanitario, nonostante il volenteroso no della Giunta regionale, alla fine sarà applicato anche in Umbria, seppur con alcune modifiche: il balzello per le prestazioni sanitarie varierà a secondo del reddito del cittadino-utente. La conferma arriva dall'assessore Tomassoni che insieme ai colleghi di Toscana ed Emilia Romagna hanno elaborato una formula comune.

Sin dal primo momento l'Umbria - ha spiegato l'assessore -  assieme alla Toscana ed all'Emilia Romagna, ha bocciato la scelta del ticket perché ingiusta ed estremamente iniqua. Ed oggi ci troviamo costretti a compiere queste scelte per una precisa imposizione del governo. In sostanza non possiamo fare altrimenti, pena infrangere una legge dello stato con conseguente danno erariale. Non intendiamo, in ogni caso, adottare i ticket così come il governo vorrebbe imporci”.

Dunque l'impossizione nazionale del Ticket costringe anche l'Umbria ad adeguarsi in via di principio. Comunque sia Tomassoni che il Presidente Marini hanno già messo al lavoro gli uffici guidati da Emilio Duca, Direttore generale delle politiche sociali della Regione Umbria, per modifica che renda il provvedimento più equo possibile, in ossequio al principio di solidarietà. Tradotto: chi più ha più paga. L’altro principio è quello dell’esenzione di alcune fasce di reddito.

Voglio ribadire, ha proseguito l’Assessore, che come regioni non ci siamo limitati ad opporci e contestare le scelte del governo, ma abbiamo avanzato precise proposte come quella dell'aumento dell'accisa sul tabacco. Il governo non ha avuto il coraggio di recepire questa nostra proposta. Per noi comunque, ha concluso Tomassoni, resta valido quanto affermato ieri dai ministri Fazio e Fitto, e cioè che della questione si tornerà a discutere alla fine di agosto, nella speranza che il governo questa volta capisca e accolga le nostre proposte per evitare un balzello che ho sempre definito odioso”. Le decisioni della Giunta Regionale saranno illustrate alla stampa nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà a Palazzo Donini, domani mattina, alle ore 13, subito dopo la conclusione della riunione di Giunta.

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Esentato dal ticket chi ha un reddito annuo inferiore a 36.000 euro o è escluso per patologia 

Quanto ai contenuti del piano di rimodulazione messo a punto da Toscana, Emilia Romagna e Umbria, presentato oggi a Firenze, ecco cosa ha anticipato al riguardo il governatore emiliano romagnolo Errani:

- Un piano grazie al quale c'e' ''una distribuzione piu' equa del ticket, ma il danno rimane''. I cittadini, ''non appena la delibera approvata oggi sara' recepita dal sistema delle farmacie, dalle aziende e dai medici'', se non sono esclusi per patologia o perche' con reddito inferiore a 36 mila euro, dimostrabile anche con l'autocertificazione o l'Isee, pagheranno da uno a tre euro per i farmaci (fino a massimo di 6 euro per ricetta).

- Per quanto riguarda la specialistica Emilia Romagna, Toscana e Umbria hanno previsto una revisione del tariffario con valore della ricetta superiore a 10 euro di 5 euro, per i redditi tra 36 e 70 mila euro, di 10 euro per redditi da 70 e 100 mila, e di 15 euro oltre 100 mila.

- E sempre secondo reddito sono previsti ticket aggiuntivi di 10, 24 e 34 euro per la Tac e la risonanza magnetica. La soluzione trovata da Toscana, Emilia e Umbria non potra' essere applicata in tutta Italia, ''alcune Regioni avevano gia' il ticket sui farmaci'' ha spiegato Errani ricordando che, ad esempio, Piemonte e Lombardia hanno gia' provveduto a rimodularlo e altre ancora, quelle che non l'hanno applicato secondo le indicazioni del Governo, ''stanno valutando cosa fare''.

- Il piano di rimodulazione deve essere ''approvato dal Governo ma credo e spero non ci saranno problemi - ha aggiunto Errani - visto che noi rispettiamo l'idea di copartecipazione prevista dalla Finanziaria 2007''. -

''Abbiamo voluto fare una manovra che desse il segnale che vogliamo tutelare le fasce piu' deboli'' ha aggiunto Rossi che, con Errani e Tomassoni (presenti anche gli assessori alla salute di Toscana e Emilia, Daniela Scaramuccia e Carlo Lusenti), respinge le eventuali critiche che potrebbero venire alle ''Regioni 'rosse''' di tassare il ceto medio-alto.

- ''Non siamo regioni 'rosse', e' un modo un po' vecchio di leggere la situazione, ma regioni europee - ha detto ancora il presidente dell'Emilia Romagna - e la progressivita', ossia chi ha di piu' paga di piu' e' un principio costituzionale''. ''Non ci stancheremo di dire che, di fronte ad una crisi globale, la Repubblica deve essere in grado di reagire facendo leva su tutte le proprie risorse istituzionali, tra cui le Regioni, che sempre hanno dato prova di grande responsabilita'''.

- Ma se la politica del Governo non compie una svolta - ha concluso Errani -, parlare di federalismo diventa sempre piu' un esercizio retorico, assolutamente astratto''. 
 

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