Un plauso va alla Giunta regionale dell’Umbria, che, con la preadozione delle linee guida per la somministrazione della pillola RU486, segna un risultato importante nel difficile percorso della piena attuazione dei diritti delle donne dell’Umbria. A breve, anche le donne umbre, come quelle francesi, inglesi e svedesi fanno già da vent’anni, potranno accedere all’uso di questo farmaco in regime di day hospital, il che rende l’interruzione della gravidanza maggiormente compatibile con l’integrità fisica e psichica della donna, in piena sintonia con la legge 194. In particolare, trova piena applicazione l’articolo 15 della legge 194, che prevede per gli enti ospedalieri di tener conto del progresso tecnologico e delle nuove tecniche meno intrusive e violente. Nel resto d’Europa circa il 30% degli aborti legali vengono praticati con la RU486 e non è stato registrato alcun aumento del numero di aborti legato all’introduzione di questa pillola. In Italia, dove dall’introduzione della legge 194 il numero di aborti diminuisce progressivamente ogni anno, si può ragionevolmente prevedere un andamento analogo.
Per ridurre il ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza, la saggia decisione della Giunta regionale si deve accompagnare alla promozione della contraccezione, di percorsi educativi volti alla conoscenza di sé, del proprio corpo e del rispetto delle differenze, al rilancio dei consultori, alla diffusione gratuita delle pillole a basso dosaggio, alla somministrazione su richiesta della pillola del giorno dopo al Pronto soccorso o in farmacia.
Come sanno bene le donne che, in questi tempi di crisi economica, morale e culturale hanno rialzato la testa e risvegliato le coscienze dal torpore berlusconiano, la strada verso un reale riconoscimento della libertà delle donne di decidere sulle questioni che riguardano il loro corpo e la loro vita è ancora lunga, ma l’importante è continuare a camminare.

Patrizia Proietti
Segreteria Regionale Prc Umbria

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