MAGIONE – Intitolata al pescatore Dante Gasperi, di cui ricorre il decennale della morte, la sala barca del Museo della Pesca di San Feliciano a Magione. Tante le persone che hanno partecipato alla cerimonia svoltasi venerdì pomeriggio presso la sede del museo dove i responsabili della struttura, il Comune di Magione, la Proloco di San Feliciano, la Cooperativa Pescatori del Trasimeno, la Soc. Coop. Sistema Museo e la sua famiglia hanno voluto dedicargli un momento commemorativo.

Negli interventi, studiosi ed amici, oltre a ricordare la figura di Dante come pescatore appassionato del suo lavoro e del territorio del lago, ne hanno sottolineato l’impegno avuto nel portare avanti il progetto di realizzazione del museo della pesca facendo proprie le indicazioni dello scomparso professor Giovanni Moretti, fondatore dell’Atlante linguistico dei laghi italiani (ALLI) che, per primo, intuì l’importanza di raccogliere e conservare le testimonianze di una cultura che rischiava di andare irrimediabilmente perduta.

Alla presenza del vice sindaco Luciano Taborchi, che ha portato il saluto dell’Amministrazione; del vice presidente della Pro Loco di San Feliciano, organizzatrice della Festa del Giacchio nell’ambito della quale è stata organizzata l’iniziativa; della moglie Vittorina, delle figlie e di tanti amici e parenti; il giornalista, e amico di Dante, Giampietro Chiodini, ha ripercorso alcune delle tappe fondamentali che hanno portato, grazie ad un contributo della Comunità Europea, all’allestimento del primo museo delle acque interne supportato da un ricco apparato di studi storici e scientifici.

Negli anni Settanta nasceva quello che, in seguito, sarebbe diventato il Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo, la cooperativa pescatori vantava mezzo secolo di attività, allora lavoravano nella pesca circa quattrocento famiglie e si era arrivati a pescare, in un anno, fino a 16mila quintali di pesce. In questo contesto storico ed economico nasce l’idea di istituire un museo che racconti l’attività millenaria della pesca al Trasimeno. “Accanto al professor Moretti, all’allora presidente della cooperativa pescatori e della Pro Loco, - ha ricordato Chiodini - c’era Dante Gasperi che collaborò all’allestimento del museo fino a diventarne l’animatore. Indimenticabili le sue spiegazioni sulle tecniche di pesca ed il lancio del giacchio, tradizionale rete da pesca, con cui catturava i bambini-pesciolini trasmettendo, attraverso il gioco, un sapere antico, fissando in loro un messaggio emotivo, storico e culturale”.

Nell’occasione è stata ricordata anche la figura del pescatore Manlio Marinelli a cui è stato dedicato il volume “Il Trasimeno. La complessa gestione di un lago laminare” a cura di Ermanno Gambini, Carlo Cattuto e Claudio Marinelli, Fabrizio Fabbri edizioni in cui, come ha spiegato nel suo intervento uno dei curatori, Ermanno Gambini, il nipote, Claudio Marinelli, ne ha trascritto i ricordi che costituiscono un’importante sezione del volume sugli antichi sistemi di pesca. Dall’origine ed evoluzione del lago Trasimeno alla sua gestione nei secoli, con un’ampia documentazione e analisi dedicata ai metodi di pesca; dai progetti di bonifica, fino a quella di fine Ottocento che regimentò le acque del lago ad un livello troppo basso influendo in maniera irrimediabile sulla pesca, alla sottrazione dell’acqua per scopo irriguo; il volume ne ripercorre la storia geologica, culturale, sociale ed economica, individuando tra le cause dei problemi attuali le modalità di gestione di questo fragilissimo ecosistema degli ultimi cento anni. Il volume è arricchito da immagini d’epoca, alcune del tutto inedite e rare, che consentono di valutare i cambiamenti subiti dall’ambiente lacustre, le crisi di livello, le bonifiche attuate e la cultura materiale dei pescatori a partire dal 1895.
 

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