Meredith/ Il direttore della scientifica difende l’operato dei suoi uomini
PERUGIA - Hanno cominciato a rispondere alle domande delle parti e dei loro consulenti i periti della Corte d'assise di Perugia che hanno esaminato le tracce di Dna e il lavoro della polizia scientifica nell'ambito del processo d'appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. In apertura di udienza il presidente del collegio ha letto una lettera inviata dal direttore del servizio di polizia scientifica Piero Angeloni, in cui si fa riferimento alle critiche dei periti che hanno ritenuto non corrette le procedure per acquisire e analizzare i reperti, nonche' non attendibili i risultati ottenuti.
Il dottor Angeloni ha invece sottolineato le competenze della scientifica che svolge ''ogni anno 4.500 sopralluoghi''. Ha anche parlato della certificazione di qualita' della quale si sono dotati laboratori e uffici ''con 252 documenti prescrittivi'' e audit condotto da societa' specializzate esterne anche di livello europeo.
''La scientifica e' dotata - ha scritto ancora - di una sistema informatico di tracciabilita' dei reperti. Le apparecchiature tecniche sono d'avanguardia e il personale ha esperienza pluriennale''. Angeloni ha infine sottolineato che ''mai in passato'' sono stati avanzati ''rilievi di tale natura che in questa sede investono l'operato della polizia scientifica''.

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