Ancora una volta profittando della pausa estiva e della vacanza delle coscienze la Giunta regionale dell’Umbria guidata da Catiuscia Marini ha deciso di approvare linee guida per l’aborto con RU486 in day hospital, difformi da quelle indicate dal Ministero. In questo modo la Regione Umbria si avvia di fatto verso pratiche di aborto a domicilio.

Seguire l’indicazione di un ricovero ospedaliero fino al termine della procedura - così come previsto dalle indicazioni ministeriali e avvalorato da ben tre pareri del Consiglio Superiore di Sanità - avrebbe consentito di operare nel pieno rispetto della legge 194/78, garantendo quella reale tutela della salute delle donne che invece la nostra Giunta Regionale dimostra di aver a cuore solo a parole.

Evidentemente non sono bastati i numerosi casi di donne decedute nel mondo a causa degli effetti collaterali della procedura di aborto mediante RU486, come anche recentemente denunciato dalla FDA statunitense; la Giunta Marini ha preferito andare in soccorso delle altre regioni rosse, come l’Emilia Romagna, per sostenere la scelta dell’aborto fai-da-te.

Scienza e vita e il Forum delle Associazioni Familiari, che della legge 194 condividono solo le disposizioni a tutela della maternità, pretenderanno in ogni sede il più scrupoloso rispetto dell’intera legge, riservandosi tutte le azioni opportune per garantire la salute della donna e il rispetto della maternità. Scienza e Vita Perugia Forum delle Associazioni Familiari dell’Umbria
 

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