PERUGIA - “Una composizione che penalizza fortemente, insieme ad altri territori regionali, il bacino dell'Alta Umbria: città e Comuni importanti come Gubbio, Città di Castello, Umbertide e Gualdo Tadino. Senza dimenticare i Comuni della fascia appenninica, che, seppure sistematicamente trattati come marginali, forniscono la maggior parte di acqua di qualità utilizzata dai cittadini di questi ambiti territoriali, a cominciare dalla città Capoluogo di Provincia”. Lo afferma il consigliere regionale Orfeo Goracci (Prc – Fds) facendo riferimento “all'Assemblea dei soci di Umbria Acque, che ha scelto il nuovo Consiglio di amministrazione e si è espressa confermando nelle nomine di parte pubblica il ruolo dominante di Perugia e dell'area del Trasimeno, con i voti contrari di Gubbio, Sigillo, Gualdo Tadino e le astensioni di Città di Castello e Citerna”.

“Sorvolo sull'aspetto, non secondario, che vede riaffermata la modalità del posizionamento politico nella scelta delle nomine, logica che oggi, ancor più degli anni passati, è in contrasto con la richiesta della maggior parte dei cittadini che preferirebbe scelte non condizionate dall'appartenenza o dai trascorsi amministrativi. Ma – evidenzia Goracci - si tratta di scelte su cui sarà necessario tornare a ragionare, riequilibrando le rappresentanze territoriali e rilanciando la necessità di individuare nuove strategie che riportino le scelte e gli investimenti in questo campo nella gestione trasparente e diretta dell'amministrazione pubblica”.

Tutto questo, conclude il consigliere regionale, avviene mentre “i cittadini umbri attendono di sapere come verrà concretizzata, ai vari livelli istituzionali, la volontà espressa col referendum di giugno sulla ripubblicizzazione dell'acqua. E mentre il Gruppo consiliare della Federazione della Sinistra ha presentato proposta di modifica dello Statuto regionale per sottrarre questo bene comune al profitto privato”.
 

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