Manovra/ Marini: le Regioni presenteranno una proposta alternativa ai ticket
PERUGIA - ''Come avevo gia' anticipato ieri al ministro della Salute, Ferruccio Fazio, le Regioni intendono chiedere formalmente al Governo di ripensare alla scelta dell'introduzione dei ticket per diagnostica e specialistica perche' si tratta di un iniquo e dannoso balzello. E su questo oggi ci siamo trovati tutti d'accordo in Conferenza dei presidenti'': e' quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, al termine dei lavori della Conferenza delle Regioni.
''Come commissione Salute della Conferenza - riferisce la Marini - abbiamo oggi ricevuto il mandato di definire linee guida comuni per trovare soluzioni alternative, tenendo conto anche del fatto che per cio' che riguarda la sanita' la situazione e' assai diversificata tra le Regioni italiane. Su questo lavoreremo nei prossimi giorni per fornire al Governo una nostra proposta alternativa''.
La presidente - e' detto in un comunicato della Regione Umbria - all'avvio dei lavori odierni della Conferenza ha riferito sui contenuto di ieri presso con Fazio e gli assessori regionali alla sanita' (la presidente Marini e' coordinatrice per tutte le Regioni italiane, assieme al collega della Regione Veneto, della commissione sanita'), nel corso del quale era stato affrontato proprio il tema del ticket aggiuntivo di 10 euro per le prestazioni di specialistica e diagnostica.
''E' positivo - ribadisce la presidente dell'Umbria - che oggi tutte le Regioni abbiano condiviso le critiche e le riserve che abbiamo avanzato sin dall'inizio, annunciando che l'Umbria, e come noi altre regioni italiane, non avrebbe applicato i ticket, impegnandosi nella ricerca di soluzioni alternative per garantire comunque la copertura del mancato gettito. La nostra contrarieta' nasce dal fatto che riteniamo tale scelta davvero iniqua e ingiusta perche' pesa indiscriminatamente su tutti i cittadini e soprattutto quelli bisognosi di cure, oltretutto gia' pesantemente colpiti dalla crisi economica. Inoltre un aumento del costo delle prestazioni di specialistica e diagnostica danneggerebbe il sistema sanitario pubblico con una perdita significativa di prestazioni che andrebbe a vantaggio del sistema privato''.

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