PERUGIA - Se l'Umbria si distingue da tempo per una bassa spesa farmaceutica territoriale, pari a 176 euro pro-capite contro i 184 dell'Italia, si colloca invece al primo posto del Paese per il costo dei farmaci ospedalieri, con 108 euro contro una media nazionale che e' di soli 71,85, e questo genera un aggravio complessivo sul Fondo sanitario nazionale di circa 27 milioni. Lo afferma il consigliere regionale Massimo Monni (Pdl) in una interrogazione alla Giunta con la quale chiede spiegazioni sul fatto che i vari direttori generali non abbiano adottato strumenti di verifica, controllo e contenimento dei farmaci ospedalieri.

Monni - riferisce una nota della Regione - ritiene che il basso costo dei farmaci territoriali in Umbria, erogati in particolare dai medici di famiglia, sia merito della Authority dei farmaci, tra il 2004 e il 2008, e della consolidata pratica di collaborazione con l'assessorato regionale di Federfarma ed Assofarma. Diverso, per Monni, e' il discorso sui farmaci ospedalieri che, se sono aumentati in tutte le regioni per effetto di una nuova generazione di ritrovati biologici, attivi in campo antitumorale e nella risoluzione di patologie importanti, ''non sarebbero stati governati opportunamente dalle aziende sanitarie, nel loro utilizzo che in alcuni casi si rivela efficace solo in presenza di determinate anomalie genetiche''.

Regioni come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, aggiunge Monni, ''da almeno tre anni hanno istituito centri di riferimento sui farmaci ospedalieri e questo ha determinato forme di monitoraggio, vigilanza e di valutazione dei risultati che hanno consentito di contenere proprio i costi di questi farmaci ospedalieri. Se lo avesse fatto anche l'Umbria, afferma Monni, avremmo avuto un risparmio sul Fondo sanitario regionale di 45 milioni di euro''.

In ragione di quest'ultimo dato Monni afferma: ''E' chiaro come le capacita' di gestione della sanita' umbra siano molto al di sotto della media nazionale, nonostante le rassicurazioni proclamate dalla presidente della Giunta che ha difeso a spada tratta l'operato dell'ex dirigente dell'assessorato alla sanita', tanto da stipulare con lui un contratto di diritto privato come consulente in materia sanitaria, anche dopo aver raggiunto l'eta' pensionabile''.
 

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