PERUGIA - "No a campanilismi e a prese di posizioni unilaterali, perchè la questione della mobilità alternativa di Perugia riguarda tutta la regione". Parola di Roberto Ciccone, assessore comunale alla mobilità di Palazzo dei Priori, che dopo il polverone sollevato dal consiglio comunale di Terni, mette i puntini sulle "i" riguardo la proposta di legge regionale su scale mobili e minimetrò.

"Trovo scorretto che un'assemblea si pronunci senza nemmeno proporre un ragionamento a priori -spiega l'assessore-, ma soprattutto per non aver interpellato nemmeno l'azienda coinvolta. Voglio ricordare -prosegue Ciccone- che l'amministrazione di Terni non è parte integrante della holding di Umbria Tpl".

Dove invece è presente l'Atc, l'unica con cui i gruppi firmatari del documento "Le scale mobili e il minimetrò di Perugia non siano inseriti in Umbria Tpl” avrebbero dovuto, sempre secondo Ciccone, interloquire.

"Non è mia intenzione mettere il bavaglio a nessuno -aggiunge l'assessore-, ma di certo sarà difficile costruire un dialogo sulla base di atti unilaterali". E non solo.

Secondo Ciccone non sono stati messi in evidenza, da parte dei consiglieri di Palazzo Spada, due aspetti fondamentali: il numero dei passeggeri annuali che utilizzano scale mobili e minimetrò e il computo dei costi che dovrebbero rientrare nella nuova legge regionale.

"Oltre ai milioni di utenti annuali che fanno della mobilità alternativa perugina un vero e proprio servizio di trasporto pubblico strategico a livello regionale -sempre Ciccone- è bene osservare che nel pacchetto di Umbria Tpl dovrebbero essere considerati solo i costi di gestione dei servizi, e non quelli di ammortamento come la stipula di contratti e mutui". Che rimangono a tutti gli effetti a carico di Palazzo dei Priori.

Per questo, secondo l'assessore, è "rischioso nascondersi dietro slogan campanilistici che di fatto farebbero perdere di vista il valore reale della mobilità alternativa di Perugia per l'intera Umbria". Che con i suoi dieci milioni di utenti all'anno coinvolge un numero considerevole di "non perugini" fatto di pendolari, studenti e lavoratori che operano nel capoluogo umbro.

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