"Aiuto, fermate Bersani, salvate l’Umbria!" - di Ciuenlai
di Ciuenlai -
L’Umbria ha poco da temere dalle sparate del sig Galli, Presidente della Provincia di Varese. Il suo più pericoloso avversario è venuto a galla ieri e si chiama Partito Democratico. E’ la proposta sulle province del Pd a mettere in discussione le piccole regioni, non la Lega. Dunque, stando a quello che c’è scritto sui giornali, l’idea messa in campo dai democratici prevede l’abolizione e l’accorpamento delle province che hanno meno di 500 mila abitanti.
Se è così si tratta di un’idea “last minute” e per di più strampalata. Facciamo i soliti due conti : Delle 121 amministrazioni provinciali, censimento alla mano e dedotte le aree metropolitane, ne rimarrebbero in piedi appena 28. Si verrebbe quindi a creare un’impalcatura istituzionale con 20 regioni, 28 province, una decina di aree metropolitane e un quintale di comuni. Una follia da bar. Tanto valeva votare l’abolizione delle province. Sarebbe stata una decisione più chiara e comprensibile. Dovevano riparare e , parafrasando Nietzsche, hanno prodotto “un rimedio che è peggiore del male”.
Ma, soprattutto per le piccole regioni, l’idea è devastante. Prendiamo la nostra, l’Umbria. La Provincia di Terni verrebbe abolita. Non la salverebbe nemmeno l’accorpamento con Rieti (insieme mettono su meno di 400 mila abitanti) e il ripristino degli antichi confini della Provincia dell’Umbria e della vecchia circoscrizione elettorale umbro – sabina. Resterebbe solo la Provincia di Perugia.
Una Regione, una provincia. Ha un senso avere due istituzioni che combaciano? No. Una delle due è di troppo e deve sparire. Pensate tutti alla provincia. E invece no, chi rischia di più è la Regione. Se questa è la strada, bene che ci vada, la logica ci porta verso l’unificazione con le Marche. Perugia sarà una delle tre province di questa nuova entità istituzionale e nemmeno la più grande (Ancona – Pesaro 950 mila abitanti, Perugia 900 mila e Macerata, Fermo, Ascoli Piceno 700 mila abitanti).
Dico questo perché è chiaro che se dimagriscono drasticamente le province, dovranno, per forza di cose, diminuire drasticamente anche Regioni. Se no si entra nella perversa logica dei doppioni istituzionali in perenne competizione tra loro. Una storia che noi già conosciamo.
Ci sono stati illustri amministratori regionali (quasi tutti di Foligno) che hanno teorizzato l’impossibilità di dare deleghe pesanti (leggi viabilità, acque, turismo ecc.) alle province perché quella di Perugia era troppo grande e poteva diventare un pericoloso concorrente politico. Addirittura “più potente di palazzo Donini”. Presidente Marini, se vuole veramente salvare la sua regione, mi dia retta, vada subito a Roma. Missione : fermare Bersani, prima che questa “corbelleria” vada troppo avanti.

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