di Marta Fortunato

 

“Solo gli uomini liberi possono negoziare” urlavano i manifestanti israeliani e palestinesi per le strade di Gerusalemme citando le parole del leader sudafricano Nelson Mandela. Ieri, venerdì 15 luglio, oltre 2000 persone hanno partecipato alla “Marcia dell'Indipendenza” a Gerusalemme chiedendo il riconoscimento dello stato palestinese.

La manifestazione ha seguito il percorso della Linea Verde con partenza dalla porta di Jaffa (una delle porte di ingresso alla città vecchia di Gerusalemme) e con arrivo a Sheikh Jarrah, quartiere arabo di Gerusalemme Est sempre più minacciato dall'espansione delle colonie israeliane. Il percorso è esattamente il contrario di quello della marcia che la destra israeliana ha fatto il mese scorso per commemorare la presa di Gerusalemme Est durante la guerra del 1967. Città che nel 1981 è stata dichiarata unilateralmente “capitale eterna ed indivisa” di Israele.

“Da troppo tempo ormai, le negoziazioni non sono altro che un mezzo per continuare l'occupazione” si legge nel volantino diffuso dagli attivisti del movimento di Sheikh Jarrah, organizzatori della manifestazione di ieri. “Per chi vuole porre fine al controllo israeliano sul popolo palestinese, non c'è altra scelta che sostenere l'ultima via realistica rimasta: il riconoscimento di uno stato palestinese indipendente”.

Il movimento di Sheikh Jarrah, nato nel 2009 dalle proteste settimanali nell'omonimo quartiere di Gerusalemme Est è un'organizzazione popolare che combatte per la fine dell'occupazione israeliana e per una maggior equità sociale.
Moltissimi i partecipanti che hanno inondato le strade della città che da più di un anno non vedeva una manifestazione così numerosa: gruppi di giovani arabi provenienti da Lod, Jaffa e Nazareth, leader dei movimenti popolari dei quartieri di Gerusalemme Est, internazionali, attivisti israeliani e anche membri della Knesset, tra cui Zehava Galon del partito Meretz e Dov Hanin di Hadash sono scesi in piazza per far sentire la loro voce.

“Vivremo in pace e tranquillità” ha detto in ebraico Murad Shafea, attivista del quartiere arabo di Silwan, alla folla di israeliani presenti alla manifestazione, che si è svolta senza particolari problemi. Gli organizzatori sono stati sorpresi dal così grande numero di persone che ha risposto all'invito.

“Questa marcia per molti ha un significato speciale perchè rappresenta una prova del sostegno popolare che c'è tra israeliani e palestinesi per richiedere una dichiarazione di indipendenza”.

I palestinesi intendono chiedere all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il riconoscimento dello stato palestinese con i confini antecedenti al 1967 e con Gerusalemme Est come capitale. Già 115 (su 193 totali) hanno già riconosciuto questo stato. Molto probabilmente sarà la Lega araba a chiederne il riconoscimento all'ONU così come è stato annunciato giovedì dal Segretario Generale Nabil al-Arabi.

Mossa già criticata e rifiutata da Israele, che afferma che l'unico modo per arrivare alla pace è tramite i negoziati.

“Chiunque si schieri dalla parte di uno stato palestinese indipendente deve appoggiare l'iniziativa e la resistenza di questo popolo, senza rafforzare l'intrattabilità israeliana e il suo continuo parlare di negoziati e processi politici” hanno dichiarato gli attivisti di Sheikh Jarrah.

“La lotta per l'indipendenza palestinese è anche la lotta per la libertà degli israeliani” ha concluso l'attivista israeliano Daniel Argo.
 

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