Manovra/ Al via in sei regioni i ticket sanitari, tra disservizi e proteste
ROMA - Sia pure a rilento, e' partito il pagamento del ticket (10 euro per la specialistica e 25 per i 'codici bianchi' di pronto soccorso) nella maggior parte delle sei regioni che ieri ne avevano annunciato l'applicazione. La prima a partire e' stata la Basilicata, unica regione a non avere il ticket per il pronto soccorso, dove la riscossione e' cominciata regolarmente, con qualche lamentela dei cittadini.
Ticket al via anche in Liguria, dove i cittadini rischiano da stamani di pagare fino a 50 euro per un esame del sangue, stante il ticket esistente che puo' arrivare a 36,12 euro. Il ticket sui codici bianchi era invece gia' in vigore. ''Immagino che i piu' colpiti per questa decisione siano le fasce piu' deboli - ha detto una signora che al Cup dell'ospedale Galliera ha appena pagato gli esami del sangue per la madre 48,16 euro - questa manovra e' veramente vergognosa, visto che come al solito colpisce i piu' deboli mantenendo inalterati i privilegi dei piu' ricchi''.
Nel Lazio il mancato aggiornamento dei sistemi informatici ha fatto ritardare l'entrata in vigore dei ticket. ''Ma sappiamo che durera' poco, ci hanno detto che prima o poi si adegueranno'', hanno detto alcuni pazienti all'uscita del Cup di Santo Spirito. La questione principale sara' quella di aggiornare i sistemi informatici con la maggiorazione e stabilire le specifiche modalita' di riscossione dei ticket. Quanto al ticket sui codici bianchi, e' gia' in vigore dal 2006.
In Sicilia, la Regione, ha detto l'assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, si sta ''verificando la possibilita' di rimodulare diversamente o addirittura non applicare del tutto il ticket sanitario da 10 euro. ''Oggi partecipero' ad una riunione - ha detto - per verificare se e' possibile trovare delle misure compensative per evitare anche questo balzello in Sicilia per i nostri pazienti''. Invece il pagamento sui ticket per i codici bianchi e' gia' in vigore dal 2002.
Oggi sono intanto convocate riunioni in alcune regioni (Marche, Umbria, Piemonte e Campania) per decidere quanto e come adeguarsi alle nuove norme o studiare delle alternative.

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