Con riferimento ai contenuti dell'articolo di stampa presente dal 9/7 sul sito di informazione on-line www.trgmedia.it, di cui è stato dato conto anche nelle edizioni del notiziario dell'emittente televisiva TRG, riteniamo doveroso fare alcune precisazioni:
il 4 luglio u.s. abbiamo prodotto un comunicato stampa (di cui ovviamente conserviamo copia per chi avesse curiosità) con un titolo lungo ma esemplificativo della posizione della CGIL sulla ormai annosa vertenza della ex Ponti Editoriale (Urge una iniziativa delle istituzioni, al fine di portare in chiarezza la situazione della EX Ponti Editoriale, per recuperare quanto dovuto per i creditori dipendenti, e per costruire una opportunità imprenditoriale che garantisca un futuro occupazionale.) posizione che riconfermiamo e ri-sottoscriviamo nella sua interezza;
in quel comunicato in nessun punto si fa menzione al signor Giuseppe Ponti (o al suo gruppo) o alle sue eventuali responsabilità, in una vicenda che comunque lo ha visto come protagonista di primo piano, e malgrado ciò egli si è sentito chiamato in causa (i latini dicevano che “excusatio non petita accusatio manifesta”);
il signor Giuseppe Ponti continua ad asserire di aver fatto tutto bene e che le responsabilità risiedono sempre altrove, inclusa la CGIL che viene accusata di “fare comunicati non veritieri”;
sta di fatto che circa la metà dei 35 ex dipendenti di Ponti Editoriale attendono ancora, dopo più di un anno, di ricevere oltre al TFR circa 6 (sei) mensilità;
soci della pasta di Giangaetano Caso (che ha fatto parlare di se nella cronaca giudiziarie ed è stato pure ospite delle patrie galere) non sono certo stati consigliati dalla CGIL;
se Rotopress dovesse confermare la sua volontà di non investire su questo territorio sicuramente ciò non dipende da atteggiamenti sindacali ostili;
(ma primo per importanza) l’obiettivo del sindacato è duplice: recupero dei crediti dei lavoratori, prospettive occupazionali per il futuro, e per questo secondo obiettivo abbiamo chiesto anche alle istituzioni locali di dare un mano e ancora stiamo in attesa di una risposta del Comune di Città di Castello. Ed è sempre in questa direzione che abbiamo indirizzato le nostre azioni e i nostri sforzi.
Se la situazione di questa vertenza è diventata così complessa (tanto che si è pensato bene di cambiare la denominazione dell’azienda – da “Ponti Editoriale” a “Editoriale Italiana”- forse per togliere il nome “Ponti” da una vicenda poco edificante) non è certo responsabilità del sindacato e soprattutto non è responsabilità dei lavoratori che pagano un prezzo alto per scelte sbagliate fatte altrove.
Richiamiamo da ultimo al signor Ponti, come a Rotopress, come a ogni altra impresa, l’art. 41 della costituzione: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.” su questo sottolineando la lungimiranza dei padri Costituenti siamo pronti al confronto nell’interesse dei lavoratori e della collettività intera.

Camera del Lavoro Perugia
Zona Città di Castello
Alessandro Piergentili

Sindacato lavoratori della Comunicazione
Segreteria Regionale Umbria
Mauro Moriconi
 

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