ROMA - Dopo mesi di trattative solo ora si apprende che Basell, per il sito produttivo di Terni, chiede a Novamont 120 milioni di euro. Una cifra spropositata e irricevibile, che spariglia il buon senso e quella pur minima responsabilità che pensavamo ancora praticabile. Il fatto che la multinazionale della chimica scopra solo ora carte e cifre, esibendo un’arroganza davvero spiacevole, è del tutto incomprensibile, specialmente nel corso negoziato avviato da tempo a cui partecipa il governo italiano.

La città e la provincia sono mobilitate a sostegno del nuovo progetto industriale di Novamont e per il rilancio del polo chimico. Nella vicenda, i lavoratori ci hanno messo l’anima. Ora è il momento della massima coesione e di una granitica unità di intenti: Terni deve poter essere messa in condizioni di poter rilanciare il polo industriale della chimica.

Il gioco truccato di Basell dissemina di nuove incertezze il futuro della città. Bisogna quindi mettere in campo strumenti adeguati ad affrontare problemi che riguardano le strategie industriali nazionali.

Per questa ragione riteniamo pienamente condivisibile la richiesta, avanzata dal Sindaco Di Girolamo, dalla Regione e dalla Provincia, di riconoscere Terni come “area di crisi complessa” secondo le indicazioni della legge n.99/2009. Un provvedimento per affrontare complessivamente il rilancio del sistema industriale ternano, con il concorso del governo nazionale, degli enti locali e delle imprese. Da parte nostra, solleciteremo, ancora una volta, l’esecutivo – spesso assente o inebetito dalle beghe interne – ad assumere una piena responsabilità in una questione che riguarda Terni e quindi il settore industriale italiano.

On. Carlo Emanuele Trappolino
Sen. Anna Rita Fioroni
 

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