PERUGIA - “Forte ed attuale l'interesse per la legge elettorale perché tutti sono convinti che quella dei ‘designati’ dal capo, o dai capi, sia una ‘porcata’ così come ha autorevolmente detto il suo estensore Calderoli. E il referendum e le ultime elezioni amministrative hanno rimesso al centro dell'attenzione e della politica il protagonismo diretto dei cittadini”. Il consigliere regionale Orfeo Goracci (Prc-Fds) interviene sulle problematiche relative al dibattito nazionale sulla modifica della legge elettorale.

“Nell'ultima settimana – spiega l’esponente di Prc-Fds - si sono confrontate due proposte diverse e distanti. La prima, sostenuta da Passigli e Villone ha degli elementi di fondo apprezzabili come il ritorno ad una forma proporzionale, anche se non piena; il superamento del ‘presidenzialismo’; l'evitare che una minoranza nel paese possa essere maggioranza assoluta in Parlamento (una forma che fa impallidire la legge fascista Acerbo della metà degli anni '20 e la legge Scelba, da noi comunisti e da tutta la sinistra ed il sindacato, definita “truffa”), che i cittadini possano scegliere chi votare. Questa proposta, pur rilevandone qualche limite, trova la mia condivisione. A questa ipotesi – aggiunge Goracci - si contrappone quella Veltroni, Di Pietro, Vendola che sono per il ritorno alla legge Mattarella (“Mattarellum”) del 1993”.

Questa proposta non convince affatto l’esponente di Rifondazione comunista-Fds che dice di non sapere “quanti hanno coscienza e cognizione di questa scelta, e come sia possibile che un rappresentante di una forza politica di sinistra come Sel di Vendola possa concordare con Veltroni che ha solo l'obiettivo del bipartitismo (migliore delle ipotesi bipolarismo nello schema del capitalismo imperante), che già con le elezioni del 2008 ha prosciugato la sinistra sbattendoci fuori dal Parlamento e consegnando l'Italia (e la città di Roma di cui era stato rieletto sindaco nel 2006) a Berlusconi (e Alemanno).

Spiega Goracci che il “Mattarellum” su due punti essenziali non diverge dal “”Porcellum”: “Il 75 per cento dei rappresentanti viene eletto nei collegi uninominali, il restante 25 per cento con recupero proporzionale. I collegi – aggiunge - sono definiti dalla legge e i candidati almeno in passato sono stati scelti dai vertici nazionali perché è ovvio che il candidato del centro sinistra nel collegio dell'Alta Umbria sarà eletto con certezza quasi matematica, come certamente nel collegio delle Valli Varesine vincerà il candidato della Lega. Non è un caso – ricorda Goracci - che nel passato i senatori Semenzato e Cortiana, così come Adornato a Perugia, sono stati eletti in questo Collegio pur non avendo con questa realtà nessun contatto, rapporto, relazione). Quindi – si chiede - chi sono questi candidati? Cosa può fare un elettore di centro sinistra se il candidato è uno catapultato da Roma? Vota a destra? Quali sono per lui le possibilità di scelta?”.

Ma relativamente alla quota del 25 per cento del proporzionale, secondo Goracci, è ancora peggio: È esattamente il sistema che c'è con la legge ‘porcata’ (Calderoli) e verranno eletti in base all'ordine di lista, predisposta dai vertici dei partiti e sarà il paracadute sicuro per i ‘soliti’. L’esponente di Rifondazione comunista-Fds si chiede quindi come sia possibile che dopo la voglia di “contare, decidere e partecipare” dimostrata da decine di milioni di italiani con il referendum e le elezioni “che hanno visto Sel e Idv (presenti sempre su tutte le televisioni e su tutti i telegiornali) al nostro fianco (anzi a Napoli Sel è arrivata a giochi fatti, dopo aver sostenuto Morcone) possano accettare e sostenere una legge elettorale sostanzialmente antidemocratica che annulla la partecipazione ed il coinvolgimento? L'auspicio – aggiunge Goracci - è che con la fine di Berlusconi (simbolo di questo ventennio) e, speriamo, del berlusconismo possa finire l'ubriacatura ‘leaderistica’ e si torni a parlare di programmi. Di cosa fare e con chi stare. Possibile che siamo tutti d'accordo per una finanziaria che è una vessazione per il popolo e per i soggetti più deboli?”.

Rivolto quindi a Vendola e “compagni di Sel (so che ce ne sono tanti e, caro Nichi, il termine “compagno” è bello e nobile) mi sento, con tutta l'umiltà del caso, di dire che vanno bene le primarie per scegliere il leader o i leader/s ma prima ancora è assolutamente necessario indire ‘primarie di programma’ per far pronunciare i compagni e i cittadini su cosa vogliamo per questo paese. Stabilire se si sta con i precari e con i pensionati o con Marchionne. Se i beni pubblici, comuni – sottolinea Goracci -, sono un principio di valore assoluto o mera ed occasionale propaganda. Se scuola, sanità, cultura devono essere considerati motori di sviluppo o rami da tagliare. Se la laicità dello Stato è un principio da riaffermare o decidono gerarchie che nulla hanno a che fare con lo Stato. Se l'interesse privato, l'impresa devono essere compatibili con l'interesse generale o hanno priorità assoluta fino a non avere utilità sociale. Queste – afferma - sono alcune alternative possibili in una democrazia matura. Fare scelte sulle questioni di fondo, decidere da quale parte stare, con coerenza ed in maniera leggibile per tutti i cittadini, significa ridare un senso all'agire politico, dare riferimenti ad una proposta elettorale. E ciò serve anche per ridefinire e delimitare in maniera aggiornata e comprensibile il significato di essere di destra o di sinistra. Significato che oggi – conclude Goracci -, nella successione concitata delle alchimie politiche ed elettorali, sfugge purtroppo alla maggior parte dei cittadini italiani e, forse, un po' anche a molti di noi”.
 

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