C’è? Non c’è? Forse c’è? Continua il tormentone sull’esistenza o meno di una “questione morale “ in Umbria, alla luce degli ultimi sviluppi delle diverse inchieste che vedono coinvolti in vario modo esponenti delle istituzioni locali e del partito di maggioranza: il Partito Democratico. Insomma, esiste o non esiste in Umbria una situazione tale da delineare i contorni di una vera e propria “questione morale” ? In gran parte il tormentone sta vivendo su illazioni e interpretazioni mediatiche sulle quali deve essere fatta la necessaria chiarezza, tanto più necessaria per evitare giudizi sommari che in caso contrario rischierebbero di infangare immagini e reputazioni di uomini e donne che alla politica regionale hanno sicuramente dato un notevole contributo.

Proprio per evitare questo è necessario ammettere da parte del partito più esposto, in questo caso il PD, senza se e senza ma, se la “questione morale” esiste o meno. Occorre farlo chiaramente, senza tanti giri di parole, senza acrobazie dialettiche, senza furbizie, senza amnesie, soprattutto per far capire se c’è, come è nata e perché, ed evidenziare immediatamente le necessarie contromisure . Agire con tempestività , con trasparenza e chiarezza, con coraggio per difendere il patrimonio di credibilità che il partito di maggioranza in Umbria si è conquistato in questi 40 anni di governo, se ciò non fosse possibile, se l’attuale classe dirigente non ne fosse capace, quel patrimonio rischierebbe di dissolversi rapidamente .

La politica , in democrazia, deve sempre avere voglia di capire “perché”, perché sono accaduti dei fatti che contrastano con una immagine e con una missione ben diversa della forza politica alla quale si riferiscono e una volta capiti i “perché”, deve porvi rimedio. Non ci può essere un “rifiuto” a capire , a discutere, a mettersi in discussione, difendendo ad oltranza, ciecamente, una immagine messa in crisi dai fatti, sarebbe un errore dagli sviluppi imprevedibili. Se questa fosse la scelta, chi sostiene che gran parte dell’attuale classe dirigente abbia fatto il suo tempo, potrebbe avere ragione. Ne tantomeno sarebbero consigliabili atteggiamenti del tipo “ci sono questioni più importanti di cui parlare…” , banali e miserevoli tentativi di sviare l’attenzione della pubblica opinione.

Gerardo D’Ambrosio, il capo dei PM di “mani pulite” oggi senatore del PD, ha dichiarato in una recente intervista che la questione morale anche all’interno di quel partito, come in tutti gli altri partiti, è ormai una realtà , la contaminazione è avvenuta, e il PD non può più negarla. Deve invece combatterla, e a tale proposito D’Ambrosio consiglia una attenta rilettura su quanto detto e scritto in merito da Enrico Berlinguer, sconsigliando vivamente interpretazioni” affrettate”.  

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