PERUGIA - Con votazioni separate, ma al termine di un dibattito unificato, l'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato due atti strettamente collegati fra di loro: il Piano triennale 2011-13 per le politiche del lavoro e il Documento di indirizzo pluriennale per lo stesso triennio in tema di ''Norme in materia di innovazione e competitivita' del sistema produttivo regionale''.

Lo riferisce una nota della Regione. Il Piano triennale 2011-13 per le politiche del lavoro e' stato approvato con 18 voti favorevoli, 7 contrari (Pdl, Lega nord) e 1 astenuto (Monacelli, Udc). Il Documento di indirizzo pluriennale per lo stesso triennio in tema di ''innovazione e competitivita' del sistema produttivo regionale'' e' stato approvato con 18 si', 7 no (Pdl, Lega nord) e un astenuto (Udc).

Gli atti sono stati illustrati nell'ordine, il primo da Massimo Buconi, relatore unico e presidente della Terza Commissione; il secondo da Luca Barberini (Pd) relatore di maggioranza e da Raffaele Nevi (Pdl) relatore di minoranza.

Relativamente al Documento su innovazione e competitivita', l'Aula ha approvato (14 si', 12 astensioni di Pdl, Lega, Udc, Idv, Prc) l'ordine del giorno presentato da Gianfranco Chiacchieroni e Luca Barberini (Pd) e mirato a ''Completare i programmi a sostegno delle imprese; migliorare e integrare le misure per incentivare la ricerca e l'innovazione; ampliare ed estendere le graduatorie del bando 'Resta' per la realizzazione di reti di impresa. Maggior supporto a istituti di garanzia, soprattutto Gepafin. Reperire fondi straordinari per lo sviluppo''.

Bocciati invece (18 no, 6 si') i tre ordini del giorno firmati dal capogruppo Pdl Raffaele Nevi, mirati a: ''Elaborare un piano strategico per reperire risorse per lo sviluppo imprenditoriale eliminando spese improduttive del bilancio regionale, coinvolgendo soggetti pubblici e privati, secondo la logica della sussidiarieta'''; ''Elaborare una proposta organica di di riforma del sistema delle agenzie. Evitare accentramento competenze su Sviluppumbria, rivedendo le competenze di questo strumento. La proposta dovra' rispondere a criteri di efficacia, economicita' e specializzazione dell'attivita', coinvolgendo il privato''; ''Procedere ad una riduzione graduale dell'Irap nel periodo 2011-2013 per le imprese che reinvestono i propri utili; per quelle condotte da giovani sotto i 40 anni e da donne; sulle imprese che assumono personale qualificato e per quelle che si insediano in aree dismesse. Riduzione dell'Irap anche per imprese che utilizzano i prodotti dell'agroindustria umbra''.

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Illustrando i contenuti del piano del lavoro, Massimo Buconi, presidente della terza Commissione, aveva detto che ''e' un atto destinato ad incidere sulle attese del mondo del lavoro. Si muove in piena sintonia con le politiche europee e punta su scelte strategiche per l'Umbria, come la green economy che richiede competenze scientifiche nuove, la chimica sostenibile e la filiera turismo-ambiente-cultura. 

Altro tema essenziale del Piano e' l'occupabilita', intesa per l'intero arco della vita. E' prevista la rilevazione puntuale delle esigenze formative della economia umbra e la valorizzazione del nuovo apprendistato nella fascia di eta' 14-18 anni. 

Il piano prevede una 'crescita intelligente', con interventi formativi qualificati e specifici. Ampio spazio viene previsto per le politiche utili a sviluppare l'occupazione femminile, a porre fine alla precarieta' piu' grave, a contrastare l'abbandono scolastico e ad assicurare una occupazione anche ai disabili anche gravi. 

L'intero piano triennale votato a maggioranza in terza Commissione puo' contare su risorse quantificabili in circa 96 milioni complessivi di cui circa 78 provenienti dai fondi europei, altri 11 stanziati dal governo nazionale e circa 7,5 dal bilancio regionale''.

Luca Barberini (relatore di maggioranza - Pd) aveva detto che ''L'Umbria e' tra le poche regioni in Italia che hanno predisposto un documento di indirizzo pluriennale per le politiche di sviluppo del sistema produttivo regionale. Si prevedono interventi sul sistema manifatturiero ed in particolare nel settore della ricerca, della innovazione dei processi produttivi e dei prodotti, nel potenziamento patrimoniale del sistema produttivo, nel sostegno finanziario e nel sostegno alle aziende all'apertura di nuovi mercati, in particolare quelli internazionali. Si lavora per attrarre e promuovere nuove attivita' di green economy. C'e' la necessita' di stabilire forti relazioni con le istituzioni europee e nell'ambito dei partenariati con altre regioni italiane ed europee. Occorre intraprendere con decisione la strada della semplificazione''. 

''Il documento ha due macro-obiettivi. Il primo e' la tenuta e difesa attiva del sistema produttivo rispetto alla crisi; il secondo obiettivo e' dare continuita' alla diffusione dei processi innovativi con particolare riferimento al driver di sviluppo riferito alla green economy ed alle piattaforme tecnologiche piu' rilevanti. I due obiettivi saranno perseguiti attraverso: ricerca scientifica e innovazione tecnologica; incremento delle dimensioni di impresa; nascita di nuove imprese high tech; attrazione di imprese e di talenti imprenditoriali innovativi. Apertura verso l'esterno e proiezione internazionale del sistema produttivo. Occorre rivedere la legge quadro sull'artigianato, prevedendo semplificazioni amministrative, funzioni di supporto all'avvio, alla crescita ed allo sviluppo, ivi incluso il delicato problema del passaggio generazionale''. 

''Nell'ambito delle politiche regionali di contrasto alla crisi, sono stati attivati strumenti finalizzati a contrastare prima il credit crunch e poi gli effetti della recessione delle imprese attraverso il 'fondo anticrisi' che ad oggi vanta oltre 1000 interventi; attuato un potenziamento dei fondi rischi anche in accordo con il sistema locale delle Camere di Commercio, attivati fondi di ingegneria finanziaria previsti nella programmazione del POR FESR, altri interventi come l'adesione all'avviso comune Abi per la moratoria dei debiti delle imprese. Nell'ambito delle politiche regionali di contrasto alla crisi di impresa la Regione intende mettere in campo una iniziativa strutturata basata sull'aggiornamento delle procedure di gestione concertata delle crisi reversibili di impresa''. 

''Per la Merloni - ha continuato Barberini - la Regione ha siglato congiuntamente alle Regioni Marche ed Emilia-Romagna con il ministero dello Sviluppo economico il 19 marzo 2010 un accordo di programma per la reindustrializzazione delle aree interessate. La Regione Umbria, come anche la Regione Marche, confermano l'impegno a sostenere la ripresa dell'attivita' produttiva . Va ricordato a tal fine le disposizioni previste dalla legge regionale cosiddetta 'collegato' alla manovra di bilancio 2011: in riferimento all'Irap e' stata individuata una deduzione pari al 75% del costo del lavoro in caso di acquisizioni di complessi aziendali da aziende in amministrazione straordinaria''. 

''Per quanto riguarda la Basell si intende richiedere al Governo la rivisitazione e l'aggiornamento del contenuto del protocollo di intesa per lo sviluppo dei territori dei Comuni di Terni e di Narni, ponendo il nuovo protocollo in un ambito in cui la responsabilita' del Governo degli enti ed istituzioni nazionali e locali sia collocata su un obiettivo cdi sviluppo e consolidamento nell'area di leadership tecnologiche e produttive sui driver dei materiali e delle tecnologie innovative, della chimica verde e delle energie rinnovabili''. 

''Le linee di attivita' - ha continuato Barberini - sono rappresentate dallo sviluppo della green economy, l'internazionalizzazione delle imprese, promozione e sostegno dei processi di investimento, servizi innovativi avanzati e tecnologie per le informazioni e la comunicazione, accesso al credito e capitalizzazione delle imprese, creazione di impresa, autoimpiego e microcredito, accordi interregionali e interistituzionali. Le scelte di bilancio del governo centrale in sintesi hanno generato: incertezza sui programmi di attuazione regionale del Fondo per le aree sottoutilizzate con un impatto per l'Umbria in termini di risorse non assegnate pari ad oltre 230 milioni di euro; tagli ai trasferimenti derivanti dalla manovra estiva che di fatto hanno azzerato il Fondo unico regionale per le attivita' produttive; blocco della riprogrammazione di numerosi accordi di programma quadro con cui anche in Umbria nel recente passato sono state finanziate politiche per lo sviluppo e la competitivita'''. 

''I fondi strutturali POR FERS che, al momento rappresentano l'unica fonte possibile di finanziamento. In particolare la dotazione finanziaria relativa all'asse 1 del POR risulta nei fatti disponibile limitatamente alle ultime annualita' del programma (2012-2013) per un importo complessivo relativo alle attivita' del programma coerenti non superiore a 32 milioni di euro ''. 

''Gradi di liberta' piu' ampi sono rintracciabili nell'asse Energia del POR che si ritiene possa consentire l'attuazione integrale dell'impianto programmatico in coerenza con le linee gia' definite nell'ambito del DAP 2011-2013. Attualmente la disponibilita' complessiva dell'asse ammonta a circa 35 milioni di euro; la Giunta Regionale definira' con propri provvedimenti di programmazione la quota di risorse da destinare all'attuazione degli interventi a favore delle imprese rispetto a quelle destinate ad interventi e progetti promossi da enti pubblici''.


SCHEDA 
Il piano triennale per le politiche del lavoro 2011-13 fa proprie le indicazioni del Fondo sociale europeo per gli anni 2007-13 e i contenuti dell'Accordo Stato - Regioni del 2009 e punta a: garantire l'adattabilita' dei lavoratori; migliorare l'occupazione dei giovani e delle diverse fasce di disoccupati e inoccupati; favorire l'inserimento lavorativo delle donne, in Umbria piu' basso rispetto alla media nazionale: perseguire l'inclusione sociale con l'inserimento lavorativo delle fasce deboli e dei disoccupati over 45 anni che hanno perduto il posto di lavoro; qualificare il sistema e le prassi di istruzione, formazione e lavoro lungo l'arco della vita, con particolare attenzione al potenziamento della ricerca e dell'innovazione; sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e innovazione; favorire l'occupabilita' nell'intero arco della vita, in particolare combattendo il lavoro sommerso. Strumenti operativi del Piano che potra' disporre nel triennio di circa 96 milioni di euro, sono: alcune misure per favorire la formazione e l'inserimento di specifiche figure professionali richieste dal mercato, in particolare nelle due filiere, green economy e turismo-ambiente-cultura; la creazione di percorsi formativi mirati che comprendono anche assegni di ricerca per progetti da spendere all'interno di imprese, universita' e centri di ricerca. Il piano riserva misure specifiche ai lavoratori in cassa integrazione, per i quali sono previste forme di inserimento lavorativo e contratti di solidarieta'. Il documento fornisce anche alcuni dati significativi sul mercato del lavoro in Umbria, dai quali risulta che nel corso del 2009 l'occupazione e' calata, con un impatto piu' rilevante a Perugia che a Terni, a quota 366mila unita' (-2,6 per cento, pari a 10mila unita'), rispetto all'anno precedente, scendendo dal massimo storico del 65,4 per cento al 63, ma ancora nettamente superiore al 57,5 del livello nazionale. Nello stesso 2009 e' invece cresciuta l'occupazione da lavoro autonomo, con piu' 4mila unita' (+3,7%) su 96mila unita' complessive; mentre e' il lieve calo (mille unita' in meno) l'occupazione femminile che continua comunque, con il 53 per cento netto, a superare quello medio del centro Italia (51,7) pur risultando ma inferiore a quello del nord Italia che e' al 56,2.

 

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