di Catiuscia Marini, Presidente Giunta Regionale dell'Umbria

CONFRONTO PUBBLICO SU DEGRADO DI ‘CERTA’ VITA PUBBLICA

Sono interessata ad un confronto pubblico anche sul degrado di una ‘certa’ vita pubblica italiana anche per ribadire le nostre differenze e distanze. Con l’intento di provare a costruire una nuova dimensione dell’etica pubblica nel paese ed anche in Umbria, non certo con la strumentalità incoerente ed un po’ ‘astiosetta’ di chi vuol far credere che in Umbria la forza ed il radicamento di consenso e rappresentanza del centrosinistra nasca da un sistema di potere poco trasparente.

Un confronto che ribadisca le nostre differenze e distanze su alcune questioni cruciali per il carattere della
democrazia in Italia e per la vita delle Istituzioni anche a livello regionali e locali: l’autonomia della politica dai poteri economici, l’indipendenza dell’azione di governo dagli interessi di parte, una nuova forma dell’interesse pubblico e generale o del bene comune rispetto agli interessi di parte (un tema molto attuale nella giornata odierna, mentre il governo approva la “manovra” finanziaria che dovrebbe servire a risanare
il Paese e salvare l’Italia dal disastro dei conti pubblici, lo si fa all’insaputa del parlamento, delle regioni e facendo spuntare una “normetta” di grande significato di interesse “pubblico”), sull’autonomia e l’indipendenza della magistratura, sui poteri degli inquirenti e gli strumenti di indagine quali l’uso delle intercettazioni, sul ruolo dell’informazione pubblica e così tante altre cose.

Per riaffermare un’altra idea della politica, che sia fatta sempre di più di passione civile, di partecipazione democratica, di interesse collettivo, di rafforzamento della fiducia tra cittadini ed Istituzioni, abbiamo bisogno
anche di una nuova etica pubblica, di rafforzare l’impegno contro le opacità e l’abbassamento degli anticorpi nella dimensione etica dell’impegno politico ed istituzionale. Io intendo esserci in questo confronto che impone anche di contrastare le resistenze al cambiamento e all’innovazione.

“Oggi i partiti hanno scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi e vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un boss e dei sottoboss….”

A parlare era un grande leader politico, era il 1981, dieci anni prima di tangentopoli, trenta anni fa…. Ma la lezione è molto attuale e penso che abbiamo molto da fare, tutti, ciascuno nel proprio partito….
 

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