PERUGIA - L'accordo sottoscritto il 27 giugno scorso in sede di Assolombarda a Milano tra Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil e la multinazionale Nestle' ''rappresenta un ulteriore passo in avanti nel consolidamento delle relazioni con il gruppo d'oltralpe, evidenzia l'efficacia della contrattazione di secondo livello e costituisce l'ennesima conferma che un'azione unitaria e' il vero valore aggiunto che puo' portare ad una rimodulazione verso l'alto di qualsiasi risultato ed accordo'': lo dicono, in una nota congiunta, i tre sindacati umbri e le Rsu della Nestle'-Perugina di San Sisto.

Nel comunicato si ricorda che l'integrativo sottoscritto ha validita' per il triennio 2011-2013 in cui saranno previsti due incontri di gruppo annuali, a cui si potranno aggiungere incontri specifici se richiesti dalle parti.

Fondamentali gli approfondimenti ad hoc, che emergeranno dal Cae (Coordinamento aziendale europeo). I sindacati ribadiscono che ''si e' puntato sulla sicurezza con l'obbiettivo 'Zero infortuni', che va sostanziato con azioni incisive e con il coinvolgimento di tutti i lavoratori e il monitoraggio sullo stress da lavoro correlato''.

Poi la formazione, intesa come ''fattore di crescita sia professionale che di prevenzione per i rischi e i fattori pericolosi ed un vero e proprio percorso formativo nel tempo che verra' registrato nel curriculum formativo personale, consultabile telematicamente dal lavoratore dal 2012''.

Sul tema delle pari opportunita' e sul welfare aziendale, le novita' rispetto agli accordi precedenti ''sono l'innalzamento da 8 a 10 giorni per la possibilita' di congedo a causa della malattia del figlio fino a 3 anni di eta', creando una condizione di miglior favore rispetto al contratto nazionale. Per quanto riguarda il part-time, viene resa possibile la trasformazione temporanea e reversibile per i lavoratori in particolari condizioni fisiche, per se' e per i figli fino al compimento del 3 anno di vita, o per un parente non autosufficiente''.

L'unica ''nota dolente'' - sottolineano i sindacati - riguarda i lavoratori a tempo determinato, ''per i quali non e' stato possibile trovare margini di trattativa''.

Infine la parte economica, che ''rappresenta, nella duplice scelta politica e quantitativa, una novita' rispetto al precedente accordo. Da un punto di vista di scelte e strategie si e' convenuto di individuare il premio in base a parametri al 100% gestionali, superando la quota del 25% che precedentemente era legata a parametri di redditivita', andando incontro alle esigenze di produttivita' per l'azienda e di verifica e controllo per le Rsu. Il dato meramente economico si concretizza in un premio variabile di 5.900 euro e in tre anni, cosi' suddivisi: 1.900 euro nel 2011, 1.950 euro nel 2012 e 2.050 nel 2013. Cio' corrisponde ad un aumento del valore rispetto al periodo precedente di circa il 34% e per quanto riguarda la differenza dei valori a regime (da 1.700 a 2.050 euro) la differenza e' di 350 euro, pari ad aumento del 20,5%.
 

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