di Mario Bravi, segretario generale Cgil Umbria - 

L’incontro di ieri pomeriggio (30 giugno) in Regione, ha confermato l’assenza di prospettive reali, praticabili ed immediate per il futuro della Antonio Merloni di Gaifana.

Le manifestazioni di interesse (cinesi e iraniani), mano a mano che passa il tempo, si stanno rilevando un autentico bluff.

L’ipotesi di un investitore che continui a produrre “nel bianco” appare una pia illusione, a meno di miracoli all’ultimo momento, a cui razionalmente possono credere soltanto in pochi.

Tutto questo dimostra la validità dell’analisi che la CGIL Umbra ha prodotto da tempo e che punta a percorrere con incisività la strada dell’accordo di programma per mantenere l’industria nella fascia appenninica, dove si rischia una crescente deindustrializzazione (anche dopo la recente crisi dell’Umbriafiller di Nocera), e per mantenere i livelli occupazionali, tenendo conto che in quella realtà sono in discussione oltre 3mila posti di lavoro.

Questo richiede che gli imprenditori e le loro associazioni producano progetti ed iniziative credibili, ma il soggetto fondamentale che deve svolgere una funzione fondamentale che finora non ha svolto si chiama Governo nazionale.

Infatti, al di là dei tavoli tecnici, ai quali sono presenti i funzionari del ministero, finora nessun ministro di questo Governo si è fatto carico della più grande vertenza nazionale del Paese, che si chiama Antonio Merloni.
E sicuramente finora non se ne è fatto carico il ministro Romani che si è limitato ad un tour elettorale caratterizzato da promesse e da un nulla di fatto totale.

Tutto questo non è accettabile!

Il Governo di questo Paese, se c’è, deve svolgere una funzione e quindi abbiamo chiesto anche al tavolo regionale che si apra un tavolo di confronto a livello nazionale sulla questione dell’Antonio Merloni e sulle altre vertenze della nostra Regione.

Riteniamo che tutte le forze sociali ed istituzionali della fascia appenninica debbano chiamare in causa il ruolo del Governo nazionale, uscendo dal torpore e dalla sottovalutazione. Sottovalutazione come quella, incredibile, dimostrata dalla nuova amministrazione di Nocera Umbra che, contrariamente a tutte le altre amministrazioni della fascia appenninica che erano presenti, si è permessa addirittura il lusso di disertare il tavolo regionale.

Tutte queste sottovalutazioni devono essere superate per concentrarci tutti nella difesa del lavoro e della occupazione della fascia appenninica e per imporre al Governo nazionale l’apertura di un tavolo di confronto vero.
 

Condividi