di Stefania Fiorucci*Portavoce democratiche provincia di Perugia
 

PERUGIA - E’ la primavera d’Italia. Nella primavera del 2011 gli italiani si sono risvegliati dal torpore. Dopo anni di speranza e di attesa di qualcuno che potesse aiutarli a cambiare le cose, hanno deciso di prendere in mano il proprio futuro. Di decidere e di esercitare i propri diritti: quello di voto, quello di manifestare, quello di parola e di opinione. Hanno riscoperto i valori della Costituzione e dell’Unità d’Italia proprio nell’anno della celebrazione del 150esimo. E lo hanno fatto con autenticità, creatività e inventiva, con il passaparola. La società italiana in questi anni è cambiata, maturata e i risultati delle passate amministrative e dei referendum del 12 e 13 giugno riflettono questo cambiamento. Ha vinto quel patto generazionale che tanto abbiamo invocato e di cui tanto abbiamo parlato negli ultimi anni. Ha vinto il popolo della Rete che, però - non dobbiamo dimenticarlo - per quanto ampio rimane pur sempre una èlite: giovane, colta, cosmopolita. Che non avrebbe sfondato se non avesse coinvolto genitori, nonni, zii in una felice contaminazione che ha contribuito a creare un elettorato largo e politicamente trasversale. Hanno vinto, poi, i movimenti,sostenuti dai partiti e dagli elettori di centrosinistra che hanno dato la spinta per farcela.

 

Con il contributo, è utile ricordarlo, anche del popolo di centrodestra stanco di un berlusconismo malato e ormai alla deriva. C’è un altro aspetto che mi piace sottolineare: finalmente i referendum hanno messo in mostra un voto non condizionato dalla tv. E’ finita l’epoca della politica verticale, quella in cui il leader di partito dà indicazione all'elettorato il quale - obbediente e acritico - esegue. È una politica orizzontale, questa nuova richiesta di politica, che nasce dal basso, dai comitati, dalle associazioni, dai cittadini che si organizzano, dai ragazzi e dalle ragazze nel web, che passa anche attraverso i partiti ma non solo, che soprattutto esercita in prima persona la responsabilità. Una politica che ricorda un po’ il percorso che portò alla vittoria di Obama in America.
 

La nostra è una democrazia rappresentativa e le forme di democrazia diretta come il referendum sono un'eccezione, non sempre salutare. Ma in Italia la democrazia rappresentativa è bloccata da un sistema elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere gli eletti: gli eletti sono nominati dai leader, non rispondono più all'elettorato e sono deboli perché dipendono da quella nomina. Come ha osservato Ezio Mauro “Il tempo della democrazia personale e mediale, forse è alla fine. Mentre si scorgono i segni di una democrazia di persone, luoghi, sentimenti”. E oggi tutto sembra vecchio: il grande comunicatore che non riesce più' a comunicare, che non conosce e non sa utilizzare i nuovi strumenti di comunicazione. Finalmente la svolta. Una svolta di linguaggio, di vocabolario, che ha restituito dignità a parole fino a ieri dimenticate e impopolari. I partiti e gli uomini che hanno guidato la stagione precedente così efficacemente riuscivano a parlare alla "pancia della gente", mentre la sinistra pretendeva di parlare alla "testa". E proprio per questo il centrodestra era popolare e la sinistra impopolare.

 

Ma gli italiani lo sapevano che oltre alla pancia e alla testa c'è anche il cuore. E bisogna saper parlare al cuore: è importante, anche se ci vuole più tempo. E bisogna coccolarlo. In questi mesi in tanti abbiamo cercato di lavorare in questa direzione attraverso le grandi manifestazioni, a partire da quelle degli studenti contro i tagli alla scuola; e poi la grande manifestazione nazionale del PD l’11 dicembre; Se non ora quando il 13 febbraio; il 12 marzo a difesa della Costituzione e della scuola pubblica. Le celebrazioni del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia; il 25 aprile; il 1° maggio; il 2 giugno. L’Italia si è svegliata e ha fatto la sua rivoluzione. Una rivoluzione gentile, costruita giorno dopo giorno nelle piazze. Il risveglio di un popolo che ha detto BASTA ed è tornato ad essere geloso del suo diritto di voto per andare OLTRE (come dice uno slogan del PD) Berlusconi. I cittadini hanno deciso che dovevano riprendersi il futuro, tornare ad essere i protagonisti di un sistema in cui “la sovranità appartiene al popolo”.
 

 

E’ un popolo in cammino, pieno di colori: è una struttura a rete, orizzontale in cui i partiti hanno una funzione fondamentale: ne sono parte, non ne sono più il vertice. Ora e' necessario liberare le energie migliori; mettere in circolo le idee i saperi, le competenze e i talenti di tante donne, ragazze e ragazzi, uomini, bambine e bambini. Ascoltiamo la voce dei figli e dei nonni. Ma soprattutto riprendiamoci la libertà, la dignità, la bellezza dell'impegno politico, di una politica al servizio della collettività che è una grande responsabilità, una fatica ma soprattutto una gioia. Il PD deve esserci e saper ASCOLTARE; deve essere in grado di interpretare questa domanda di cambiamento, mantenendo un contatto costante con la rete dei movimenti e con il mondo del web che hanno dimostrato tutta la forza comunicativa e trainante. La massiccia partecipazione agli appuntamenti delle primarie e il voto di primavera hanno dimostrato che i cittadini ogni volta ne hanno l'opportunità vogliono esserci, contare e dire la loro. E allora occorre che la buona politica e la buona partecipazione si diano una mano. Noi dobbiamo mettere al centro il programma per l’alternativa. Incontriamo gli altri partiti di opposizione, confrontiamoci per costruire INSIEME l’Italia che vogliamo consegnare alle future generazioni.
 

Condividi