Il risultato dei referendum del 12 e 13 giugno rappresenta una grande vittoria perché maturato in un ambito di partecipazione popolare dove sono tornati a essere direttamente protagonisti i cittadini, soprattutto giovani, che li hanno prima fortemente voluti (organizzando banchetti, raccogliendo le firme …), poi votati massicciamente.
Alcuni partiti del Centro-Sinistra hanno cercato di recuperare una vistosa assenza nella costruzione di questa vittoria e hanno cercato di cavalcare questo grande risultato liquidandolo semplicemente come l’ultima bocciatura che il popolo italiano a inferto al Governo Berlusconi. La realtà è ben diversa: ci sono partiti, come Rifondazione Comunista, che sono stati tra i promotori e hanno contribuito direttamente alla raccolta delle firme e all’organizzazione dei banchetti con i propri rappresentanti, e altri che prima avevano opinioni opposte alle ragioni dei referendum e poi si sono accodati.

Salutiamo con piacere questo cambiamento di opinione da parte di forze importanti del Centro-Sinistra a cui ricordiamo che la cosa certa che emerge da questo referendum è l’indicazione chiara che il popolo italiano ha posto alla politica rispetto ai piani energetici all’ambiente e ai beni comuni. I referendum hanno fissato un paletto: i beni comuni devono avere gestioni pubbliche. La norma abrogata dalla Legge Ronchi cancella l’obbligo di privatizzazione su tutte le attività a rilevanza economica degli enti locali come acqua, trasporti e rifiuti. Noi pensiamo che non si possa disattendere questa indicazione e che quindi anche il Comune di Perugia deve camminare sul solco tracciato dai referendum.

Tutti i partiti del Centro-Sinistra devono dimostrare che il loro appoggio ai quesiti referendari non era strumentale ma sopratutto devono tradurre in azioni l’impegno politico assunto col voto di domenica scorsa con la propria base e più in generale con tutto il popolo dei Sì. Misure come la cessione di azioni della Gesenu, l’esternalizzazione delle officine dell’APM, lo sdoppiamento di Umbria Acque con la cessione del ramo di azienda, sono ipotesi che vanno nella direzione opposta e quindi da ritirare. Non solo, pur rimanendo la nostra contrarietà all’ipotesi di un inceneritore a Perugia, è chiaro che se mai questo dovesse essere costruito la sua proprietà e gestione dovrebbe essere completamente (100%) pubblica scevra cioè da interessi privati.


Emiliano Pampanelli
Capogruppo Prc


 

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