Acquedotto Puglia: per i Comitati non è pubblico
Valutazioni sulla Legge per la "cosiddetta" ripubblicizzazione dell'Acquedotto pugliese.
Lunedì 13 giugno, l’esito del voto referendario segnava una svolta storica in questo Paese rispetto non solo al processo di privatizzazione ma anche al processo democratico e partecipativo.
Martedì 14 giugno - così come appreso esclusivamente dalla stampa - il Governo regionale della Puglia ha posto in discussione in Consiglio il Disegno di Legge sulla gestione del Servizio Idrico Integrato. Il testo portato in aula sulla “cosiddetta” ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese non è quello originario, scaturito dal tavolo tecnico congiunto fra Governo Regionale e Comitato Pugliese – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
In sede di discussione in Consiglio, agli emendamenti proposti dall’Assessore Amati (e approvati dalle Commissioni competenti) si sono aggiunti altri presentati grazie alla tempestiva mobilitazione realizzata dal “popolo dell’acqua” di tutto il Paese, di cui abbiamo appreso durante la seduta del Consiglio alla quale abbiamo assistito.
Per il momento, vi diamo conto dei punti principali, rinviando la valutazione complessiva a un’analisi più approfondita del testo approvato dal Consiglio appena sarà reso disponibile.
Il riferimento al 23-bis è stato eliminato. Operazione giuridicamente dovuta in seguito all’esito del referendum!
L’articolo che faceva riferimento alla possibilità di gestire attraverso società miste le “attività strettamente connesse” alla gestione del SII è stato ulteriormente emendato a seguito della mobilitazione di oggi. La nuova formulazione non fa più riferimento alle “attività strettamente connesse” (come appreso in sede di Consiglio) bensì alle attività “diverse dal servizio idrico integrato ma da esso rivenienti”. Questo significherebbe che il ricorso eventuale a società di capitale non dovrebbe riguardare le attività di potabilizzazione, depurazione e distribuzione idrica.
L’erogazione gratuita del minimo vitale resta legata esclusivamente all’avanzo netto annuale di gestione”. Questo , non è accettabile se si vuole garantire realmente il diritto all’acqua potabile affinché non sia solo una mera dichiarazione di principio.
L’articolo che faceva riferimento all’amministratore unico nominato e revocato dal Presidente della Regione sentita la Giunta è rimasto invariato nonostante la proposta di un ulteriore emendamento che stabilisse la scelta, almeno del direttore generale, attraverso concorso pubblico. Si prende atto che anche questa proposta non ha trovato accoglimento nell’articolato della norma, lasciando ancora una volta la scelta in capo esclusivamente al Presidente della Regione e, quindi, a una forte influenza di carattere politico-partitico.
Con queste premesse riteniamo necessario sottolineare che non si potrà parlare di Acquedotto pugliese pubblico fin quando rimarrà una società per azioni non in grado, fra l’altro, di garantire l’erogazione gratuita del minimo vitale e, quindi, il diritto all’accesso all’acqua potabile.
In ultimo, poiché in aula consigliare abbiamo assistito a un ridicolo tentativo di strumentalizzazione riguardo alle nostre osservazioni e richieste - da parte di alcuni consiglieri del PDL che fino ad oggi hanno avversato il processo di ripubblicizzazione e la campagna referendaria - riteniamo doveroso ribadire che il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”– Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua non intende accettare alcuna strumentalizzazione sul proprio operato, né interpretazioni del proprio pensiero.
Segreteria del Comitato Referendario Pugliese "2 SI per l'Acqua Bene Comune"

Thursday
16/06/11
10:57
Amati:Ed ora ripubbliciziamo l’AQP
Con riferimento all'esito della consultazione referendaria, l'assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati ha rilasciato la seguente dichiarazione:
"Gli italiani sono molto più avanti della politica e dimostrano che nei momenti decisivi partecipano con entusiasmo per dare la rotta. Sono dell'opinione che la difesa della gestione pubblica del servizio idrico integrato abbia fatto da traino alla consultazione referendaria, nella speranza che la valanga di si che si dovessero scrutinare restituisca una legislazione sinceramente liberale che si sottrae dall'obbligo illiberale dell'affidamento ai privati.
“Nel risultato c'e' ovviamente più di una suggestione autobiografica, ove spicca la soddisfazione per un'azione amministrativa che sino a questo momento ho compiuto accompagnato da più di una perplessità, che a volte militavano a rendermi somigliante più ad un rabdomante che ad un amministratore pubblico.
“Mi spiace soltanto che la campagna referendaria sia stata accompagnata da molte opinioni disinformate o malevole, tipo quelle di Mantovano e Quagliariello in varie trasmissioni televisive, dirette a conseguire il risultato dell'astensione diffamando gli straordinari risultati raggiunti dalla Puglia col suo gestore pubblico, l'Acquedotto Pugliese, così tradendo la storia secolare della nostra regione.
“Ora che i Cittadini hanno parlato, chiedendo di porre fine al frastuono della diatriba, tocca a noi portare all'approvazione la legge di ripublicizzazione di AQP, sulla quale domani mattina presenterò alcuni emendamenti per renderla conforme all'esito referendario e al nostro punto di vista culturale e politico. Da cittadino spero che la lezione impartitaci sia idonea a produrre fatti concreti, utili a custodire il creato, come e' stato detto e scritto autorevolmente, ed a preservare giustizia ed equità".
Data: Lun, 13 Giugno 2011 @ 15:52 Press Regione