Basell Assemblea Ferrara/ Cgil: no alla Novamont è suicidio per chimica italiana
FERRARA - ''Impedire l'avvio di una nuova esperienza industriale, marchiata Novamont, con cui salvare un territorio, un'attivita' produttiva e l'occupazione, attraverso lo sviluppo su nuove produzioni di materie plastiche, e' un suicidio per l'intera chimica italiana. Chiediamo al Governo di convocare un incontro per la vertenza Basell-Novamont, per la ricerca di soluzioni che sblocchino la situazione''. A dirlo Luca Fiorini, segretario generale Filctem Cgil Ferrara, all'assemblea che si e' tenuta al Polo Chimico di Ferrara sulla vertenza LyondellBasell, che ha i suoi stabilimenti, oltre che nella citta' estense, a Milano, Brindisi e Terni (1300 occupati diretti piu' l'indotto). Erano presenti i 100 lavoratori di Terni con rappresentanti delle istituzioni umbre, il sindaco di Ferrara e la presidente della Provincia.
A Terni poco piu' di un anno fa la multinazionale ha cessato le attivita' dell'impianto produttivo di polipropilene mettendo i 120 lavoratori in Cigs. Nel frattempo - sottolinea un comunicato Filctem - si e' profilata un'ipotesi di rilancio non solo di quella struttura ma dell'intero polo ternano (circa 700 lavoratori) che vede capofila Novamont, ma Basell l'ha bocciata.
''La speranza, agganciata alla proposta Novamont, per salvaguardare l'unica prospettiva industriale per il sito di Terni e' stata bocciata dai vertici di Lyondellbasell - ha aggiunto Fiorini: con questo atto scellerato abbiamo l'ulteriore conferma che questa impresa, superata la fase di amministrazione ed in presenza di un andamento molto positivo dei risultati economici (Terni nel 2009 ha chiuso il bilancio con nove milioni di attivo) continua a determinare drammatici problemi sociali per perseguire esclusivamente interessi finanziari. Noi non ci stiamo piu' a rincorrere progetti riorganizzativi che coinvolgono lavoratori e lavoratrici dei siti di Ferrara e Milano con esuberi di personale determinati da ristrutturazioni aziendali, e che hanno come unico risultato finale l'impoverimento dei territori che ospitano le presenze Lyondellbasell. Ad oltre un anno dall'inizio della vertenza, non e' piu' rinviabile la precisazione di una strategia per difendere il lavoro, che riconduca le responsabilita' del rilancio del sito ternano a chi ha unilateralmente deciso di spegnere l'impianto''.
All'assemblea erano presenti le segreterie nazionali di Filctem, Femca, Uilcem. ''Non si puo' continuare a smantellare il sistema industriale italiano: occorre che il Governo convochi immediatamente anche il tavolo nazionale per la chimica - ha detto Ciambotti della Filctem -, con le organizzazioni sindacali assieme alle istituzioni locali, per individuare e rendere operativo un piano per il mantenimento e lo sviluppo della chimica in Italia''.

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