Trappolino (PD): il governo apra il confronto diretto con Basell
Bene ha fatto il sindaco di Terni, dopo il “no” di Basell a sollecitare la città alla reazione: una iniziativa, la sua, tempestiva e opportuna. Ci troviamo infatti dinanzi ad una fibrillazione di pezzi fondamentali dell’industria ternana e umbra, e del più vasto comparto delle PMI, rispetto a cui va messa in campo una terapia non effimera. Un progetto di rilancio industriale complessivo non può quindi prescindere da un accordo strategico con i soggetti pubblici e privati dello sviluppo e il governo nazionale, e che oggi va tradotto in un nuovo e aggiornato “Patto di Territorio”. A Palazzo Chigi devono uscire dal torpore e diventare consapevoli che le irrisolte questioni di Terni – relative al destino del polo chimico ma anche della siderurgia e dell’indotto - sono un problema di politica industriale nazionale.
Il “no” di Basell, maturato in un contesto che ha visto il Ministro Romani silenziosamente inerte, chiama quindi il governo ad una responsabilità diretta in merito alle scelte di politica industriale e relativamente alle strategie di rilancio della chimica italiana. La proposta di Novamont si attesta in una posizione di avanguardia rispetto a questo rilancio e prefigura una nuova leadership nella chimica “green”. Spetta ora al Governo e al Ministero dello Sviluppo Economico tornare sul tavolo delle trattative con Basell e sostenere, con tutti i mezzi possibili - diplomatici, politici e di programmazione economica – un piano di riconversione del polo chimico con una tempistica adeguata e tale da superare il diniego e le resistenze della multinazionale.
Carlo Emanuele Trappolino

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