Referendum/ Berlusconi spiazzato, non si aspettava un’affluenza così alta
ROMA - Il colpo e' stato ricevuto ed e' andato a segno, Silvio Berlusconi non si aspettava un'affluenza cosi' alta ai referendum. Ma il presidente del Consiglio respinge la richiesta di dimissioni del Pd: non e' un verdetto contro il governo, ripete. Nel Pdl, pero', pochi la pensano cosi'. Anzi, dietro le quinte, molti 'big' chiedono una svolta chiara, "basta panniccelli caldi". Il partito di via dell'Umilta' e' in fermento: nel pomeriggio ci sarebbe stato un incontro tra Alfano e i ministri di 'Liberamente' e altri colloqui all'interno delle varie anime del partito per cercare di capire come andare avanti.
Berlusconi - e' la linea dei 'malpancisti' - dovrebbe aprire una fase nuova. C'e' chi vorrebbe un passo indietro subito, ma la richiesta che potrebbe finire sul tavolo e' quella di un altro candidato premier nel 2013. Ragionamenti che non sfuggono certo al Cavaliere, che ha deciso di dare il via ad un cambio di strategia, soprattutto comunicativa: abbandonare i toni da 'battaglia' ed evitare di dare l'impressione dell'uomo solo 'arroccato' nel fortino. Aspettare Pontida, 'preparare' la verifica parlamentare e concentrarsi sulla riforma fiscale: sono questi gli unici passaggi evocati dal presidente del Consiglio.
L'unica trattativa che sarebbe disposto a prendere in considerazione, spiegano fonti del Pdl, e' sulla futura premiership, non altro. Settori del partito invocano un'apertura a Casini, magari offrendo proprio al leader dell'Udc la possibilita' di sedersi sulla poltrona di palazzo Chigi. Ipotesi che il Capo dell'esecutivo non prende in considerazione. La preoccupazione che tutto possa precipitare c'e', e la verifica del resto non e' tanto lontana. In un primo momento il Cavaliere aveva escluso il voto di fiducia, lo stesso Capo dello Stato aveva parlato di una comunicazione delle Camere. Ma ora e' l'opposizione che potrebbe chiedere di votare, e il premier non ha avuto garanzie che lo scoglio potra' essere superato agevolmente.
Verdini e Cicchitto hanno ripreso in mano il pallottoliere e si stanno concentrando sui numeri: in via dell'Umilta', si fa sapere, non si teme l'atteggiamento dei Responsabili, ne' tantomeno il comportamento di Micciche'. Gli occhi sono puntati sulla Lega: il Carroccio dara' l'aut aut all'esecutivo a Pontida, ma intravede sempre piu' vicine le urne, non prima pero' di aver incassato misure fiscali a favore dei piccoli imprenditori, artigiani e commercianti, e una stretta sull'immigrazione. Con la possibilita', sempre meno remota, riferiscono fonti del Carroccio, di andare da soli alle elezioni, senza Berlusconi, perche' il Cavaliere - sarebbe il ragionamento in via Bellerio, iniziato gia' dopo la 'sberla' ai ballottaggi - non attrae piu' e presentarsi ancora una volta uniti potrebbe essere un passo falso.
Prima di fare qualsiasi mossa Silvio Berlusconi vuole cercare di capire le reali intenzioni di Bossi. Il leader del Carroccio, sostengono fonti parlamentari della Lega, potrebbe 'aprire' all'idea di un altro governo di centrodestra per poi andare alle elezioni - da soli - nella primavera del prossimo anno. Il premier e' ancora convinto della lealta' del 'Senatur', ritiene che non abbia alternative. Ma il timore e' che il ministro delle Riforme non riesca a tenere a bada parlamentari e 'lumbard' e che possa nascere un governo tecnico o che si creino le condizioni per un esecutivo di responsabilita' nazionale.
Il premier allontana, nei suoi ragionamenti, scenari simili: manovre e giochini di palazzo non riusciranno a provocare un ribaltone. Ma tra le fila dell'opposizione e' tornato a circolare il nome di Tremonti come possibile 'salvatore della patria', per gestire una delicata correzione dei conti e una manovra economica che si annuncia pesante; c'e' poi chi tira in ballo Montezemolo come possibile candidato di riferimento del futuro centrodestra.
Non solo il Pd, oggi anche il Terzo polo ha chiesto le elezioni anticipate. Rutelli, Casini e Fini hanno certificato la fine dell'esecutivo Berlusconi. Sia il leader dell'Udc che il presidente della Camera - convinti di essere determinanti al Senato - non escludono piu' future alleanze con la sinistra. "Serve - dice chiaramente il presidente dell'Api - un'alleanza Pd, Pdl e terzo polo per fronteggiare la crisi". Sul tavolo c'e' di nuovo l'offerta alla Lega di cambiare insieme la legge elettorale.
Anche nel Pdl si guarda lontano, molti chiedono al presidente del Consiglio di far partire un'operazione per rafforzare l'immagine di Alfano e prepararsi alle prossime elezioni. La paura e' che il declino berlusconiano sia irreversibile, che l'incantesimo si sia rotto e che neanche gettando le basi di una riforma del fisco si possa invertire la tendenza. Il premier punta proprio sulla riduzione delle tasse per riconquistare consensi. "Nessuno si permettera' di dire apertamente a Berlusconi che il suo ciclo e' finito", spiegano parlamentari del Pdl. Ma nessuno del resto ha intenzione di 'tradire' il Cavaliere. Berlusconi tira dritto, preoccupato non solo per i segnali che arrivano dalle urne, ma anche dall'avvicinarsi della sentenza sul Lodo Mondadori. Il Cavaliere potrebbe dover versare 750 milioni nelle casse di De Benedetti e non ne ha alcuna voglia: per questo avrebbe chiesto ai suoi legali di escogitare qualcosa pur di evitare un esborso simile.

Recent comments
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago
12 years 14 weeks ago