Cgil: in Umbria problema è emergenza lavoro. Serve un Piano per l'occupazione
PERUGIA - La ripresina in atto in termini di PIL (+1,5%) non intacca il problema di fondo che in Umbria si chiama emergenza lavoro”: inizia così l'analisi del segretario regionale della Cgil Mario Bravi che da tempo cerca di spronare le istituzioni sul difficile tema dell'occupazione che è emerso dal rapporto della Banca d’Italia
"Siamo convinti che occorre innalzare il livello di iniziativa per avere risposte chiare, nette e positive sul futuro della Thyssen e del Polo Chimico - ha continuato Bravi - e si tratta, come è del tutto evidente, di elementi centrali per l’economia e il futuro della nostra regione, e non solo, avendo le questioni dell’acciaio e della chimica una forte valenza nazionale. Questioni sulle quali siamo convinti in tempi stringenti il Governo nazionale debba svolgere un ruolo ed una funzione vera, così come altri Governi europei, dalla Francia alla Germania, stanno facendo per difendere i loro gioielli produttivi. Al tempo stesso, sull’altra grande vertenza che si chiama Antonio Merloni, che per impatto quantitativo e non solo, è la più grande vertenza nazionale aperta sul tavolo del Ministro Romani, occorre riaccendere i riflettori, perché non ci possiamo assolutamente permettere di correre il rischio della totale deindustrializzazione dell’Appennino umbro-marchigiano".
Poi, insieme a queste tre grandi realtà, come conferma il rapporto della Banca d’Italia, c’è una crisi forte, che permane in un settore trainante come quello dell’edilizia, dove negli ultimi tre anni c’è stata una contrazione di ore lavorate del 24% e dove tutt'ora questa situazione di difficoltà persiste, con un ricorso massiccio alla cassa integrazione, soprattutto quella in deroga.
"Intanto, i dati relativi al mese di maggio dell’Osservatorio nazionale Cgil - ha concluso Bravi - sulla cassa integrazione, confermano sostanzialmente, per quanto riguarda l’Umbria, il dato di aprile. Mentre a livello nazionale la CIG vede un aumento del 12,6% rispetto al mese precedente, in Umbria c’è una sostanziale conferma, con una lieve riduzione rispetto al dato record del mese di aprile, mentre rispetto a maggio 2010 si registra un aumento del 34,89%. In particolare i dati recentissimi ci dicono che nel mese di maggio i lavoratori coinvolti dalla CIG sono 26.113 (erano 27.315 nel mese di aprile) di cui 18.331 interessati alla cassa in deroga. Mentre i lavoratori a “zero ore” sono 13.056 (13.618 nel mese di aprile) di cui 9.165 nella cassa in deroga. In questo quadro complesso e difficile, riteniamo sia giusto valorizzare l’esistenza di un confronto positivo con la Regione dell’Umbria e che riguarda sia le politiche passive del lavoro, in riferimento alla cassa integrazione, sia quelle attive, soprattutto, come ha giustamente sottolineato la presidente della Regione, in riferimento al Piano per il lavoro e alla competitività del sistema delle imprese, con le conseguenti iniziative di carattere legislativo. Pensiamo che su questo sia utile realizzare verifiche periodiche che consentano di valorizzare il confronto avviato e sostenere ulteriori iniziative, per raggiungere gli obiettivi che abbiamo condiviso".

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