DI Fabio Faina *Coordinatore regionale Sinistra, Ecologia e Libertà

PERUGIA - Quattro si per un futuro migliore Il 12 e 13 giugno non ci sarà un voto monco. Anche la Corte Costituzionale,all’unanimità, ha espresso il suo parere favorevole in merito al quesitoreferendario sul nucleare.Sarà un voto di attenzione al bene comune e ai diritti di tutti: concettitroppo spesso calpestati nell’era berlusconiana giunta ormai al capolinea. Icittadini saranno chiamati ad esprimersi su come una società moderna devetutelare alcuni diritti universali.Per i quesiti sull’acqua il rapporto appare immediato. L’acqua è un benevitale, il nostro corpo ne è composto per oltre il 60%; lo stesso concettodi vita, in tutte le sue forme, non può essere disgiunto dalla presenza diquesto prezioso elemento. L’accento va posto proprio sul termine pubblico,che non vuole dire solo proprietà delle fonti ma, appunto, come renderedisponibile un servizio gestito dalle comunità locali in modo trasparente,adeguato ai bisogni e garantito a tutti. Insomma, si tratta di salvaguardareun diritto concreto ed esigibile.Discorso meno diretto per il quesito sul legittimo impedimento. Qui sitratta di un diritto astratto ma non meno importante. Si deve ripristinarein Italia, il principio costituzionale dell’uguaglianza dei cittadini difronte alla legge, una garanzia per tutti che viene messa in discussione dalfatto che un individuo, o un gruppo di persone, possa chiamarsi fuori innome del ruolo istituzionale che ricopre. Abolire questa anomalia serve arafforzare un diritto di tutti e ad abolire un privilegio. Ancora una volta,si fa prevale l’interesse comune sugli interessi di pochi.Ma è col nucleare, e per questo è importante che sia rimasta la possibilitàdi esprimersi su questo tema, che si chiude il ragionamento sui diritti,anche quelli delle generazioni a venire. Perché un tema che raramente emergerispetto alla opzione nucleare è quello della rigidità della scelta atomicache non solo ipoteca le scelte dell’oggi ma, soprattutto, quelle del domani.La questione nucleare è in qualche modo la metafora del berlusconismo:perseguire il proprio interesse senza curarsi di quello che accade aglialtri. In questo caso, c’è chi è disposto ad un patto col diavolo perperseguire il mito della crescita, per aumentare i consumi, per continuare asprecare energia. A chi vuole lucrare sulla costruzione delle centrali noninteressa se ai nostri discendenti lasciamo in eredità una tecnologia assaipericolosa e un pianeta avvelenato dalle scorie radioattive.Per garantire i diritti di tutti, anche di quelli che non sono ancora natic’è solo una scelta possibile: rallentare i consumi di energia, ovverodiventare più efficienti e più attenti alla qualità dei consumi. In questomodo possiamo guadagnare tempo prezioso per aumentare le energie dal vento edal sole e per investire risorse sulle nuove forme di energie rinnovabili,lasciando a chi viene dopo di noi la possibilità di scegliere quale futurovorrà realizzare.Dunque un 4 referendum per dire SI ai diritti di tutti, ai beni comuni, eper sconfiggere chi pensa di gestire la cosa pubblica per i propri interessiprivati. Quattro referendum che hanno bisogno del voto di tutti, anche di coloro chela pensano in maniera diversa da noi, perché la democrazia è partecipazione.Perugia, 8 giugno 2011

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