di Daniele Cibruscola -

Diventare, a solo 12 anni, il portafortuna, la mascotte, di una squadra di Serie B. A Perugia si può, o meglio si poteva negli anni ‘60. È successo a Raffaele Leggerini, insegnante di educazione fisica e scrittore (oggi), che in quegli anni aveva instaurato uno stretto rapporto di amicizia con Amedeo Balestrieri, goleador e centravanti del Perugia di allora. “La mascotte ufficiosa della squadra”, come lui stesso ha tenuto a precisare. Da quell’amicizia, dalle storie che ne sono scaturite e dall’amore per il Grifo del giovane Leggerini, oggi è nato un libro che verrà presentato tra pochi giorni e che dal 14 di maggio è già sugli scaffali delle principali librerie della città. Si chiama Primo amore, il mio Perugia... e non solo.

“Il Perugia era appena stato promosso in Serie B ed Amedeo (Balestrieri, ndr) abitava in un appartamento di proprietà della mia famiglia - racconta l’autore -. Mi portava agli allenamenti, al ristorante... dovunque andasse con la squadra, insomma”. La stagione era quella ‘67/‘68 e i Grifoni stavano disputando, per la prima volta nella storia della società dall’introduzione del girone unico, il campionato cadetto.

“Ho vissuto quell’anno molto intensamente - prosegue Leggerini con un tono di voce che tradisce un po’ di malinconia -. La stagione seguente, in quell’appartamento venne ad abitare Polentes, altro grande calciatore biancorosso che nel corso della sua carriera ha vestito maglie importanti e raggiunto traguardi incredibili. Mi è dispiaciuto molto apprendere della sua morte, il mese scorso. La mia famiglia gli era molto legata, mia mamma ha fatto persino da madrina al battesimo di sua figlia”. Raffaele Legerini è preciso nel raccontare gli aneddoti riportati nel suo libro; il tibro di voce, ancora una volta, non riesce a mascherare l’emozione di rivivere, anche solo con la memoria, quei felici giorni d’infanzia, di calcio e più in generale di sport.

“In Primo amore ho voluto anche raccontare dei miei trascorsi da judoka; un’arte marziale, il judo, che ho praticato a lungo e con passione prima di scoprire il mio amore per il calcio. Un amore che mi ha portato perfino ad allenare una squadra giovanile del Pennaricci, qualche anno fa, e ad insegnare (cosa che Raffaele fa tutt’ora, ndr) educazione fisica nei licei e negli istituti professionali della città. Racconta anche di questo, il mio libro”.

Ma, tornando al Perugia, quali immagini riaffiorano nella mente e nelle pagine dell’opera di Leggerini? “Uno dei campionati più belli è sicuramente stato quello precedente al mio incontro con Balestrieri, l’anno in cui il Perugià si guadagnò l’accesso in Serie B. I biancorossi vinsero il campionato al termine di un’accesa lotta con la Maceratese e determinante si rivelò, in tal senso, proprio lo scontro diretto con i marchigiani. Finì 3-1 per il Perugia. In città si fece festa per giorni; anche il vigile di Monteluce, che a quei tempi doveva dirigere il traffico che transitava per la rotonda, con la mano sinistra faceva il segno del ‘3’, mentre col braccio incitava le macchine a passare e lasciare libera la strada”. Altri tempi, senza dubbio.

Il volume Primo amore, il mio Perugia... e non solo di Raffaele Leggerini, edito da “Francesco Tozzuolo Editore”, sarà presentato, alla presenza del giornalista Guglielmo Mazzetti e del fotografo Roberto Settonce, sabato 18 giugno alle 20 nella pizzeria “Il Cascinale” di Olmo a Perugia.
 

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