BARI - La stangata targata Nichi Vendola, ovvero quella legata all'aumento dell'addizionale Irpef, fa infuriare i sindacati. A partire dalla Cgil che è stufa di vedere umiliati i redditi dei lavoratori dipendenti. «Esprimiamo dissenso - afferma Giovanni Forte, segretario generale della Cgil Puglia - rispetto a un’operazione che assume i caratteri dell’iniquità, pur apprezzando lo sforzo di differenziare l’aumento per venire incontro alle fasce della popolazione più a basso reddito». La tassazione aggiuntiva serve, secondo la Regione, per coprire la parte di buco del settore sanitario, non previsto. Si tratta di un valore pari a 100 milioni. «Se è vero che per il 90% il gettito Irpef è alimentato da lavoratori dipendenti e pensionati - prosegue Forte - è allora solo una parte della popolazione ad essere chiamata a sostenere problemi di bilancio, le cui origini sono riferite ad una sin troppo evidente carenza previsionale. Si tratta di recuperare cento milioni di euro che non hanno una finalizzazione in termini di miglioramento di un servizio o di una prestazione e che non è giusto siano sostenuti anche dai cittadini a reddito basso».

LA CISL - Negativo anche il parere della Cisl. «Non possiamo lasciar passare, senza esprimere un forte dissenso, l’imposizione dell’addizionale Irpef dello 0,5% su pressoché la totalità dei cittadini pugliesi - attacca Giulio Colecchia, numero uno della Cisl regionale - come se non fosse noto a tutti che per alcuni la crisi ha davvero accentuato le condizioni di povertà. Siamo consapevoli dei "conti che non tornano" deficit sul quale più volte e da più anni, abbiamo chiesto interventi strutturali, e che oggi si allarga a macchia d’olio nonostante un piano di risanamento di lacrime e sangue».

LA UIL - «Sono sempre i soliti noti a pagare le scelte disastrose compiute nel settore della sanità - risponde infuriato Aldo Pugliese, numero uno regionale della Uil - e dopo i rincari dei carburanti e dei ticket ora c'a anche l'addizionale Irpef. Mi chiedo perché Vendola non prende i soldi necessari sottraendo l'investimento pubblico nel San Raffaele di Taranto? Perché noi dobbiamo pagare 60 milioni a don Verze?». Pugliese, inoltre, chiarisce che «la Regione ha a disposizione 31 milioni del bilancio autonomo e possono rastrellare altre risorse dal taglio delle spese improduttive».

Vito Fatiguso (corriere.it del 31 maggio 2011)

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