PERUGIA - Il piano triennale 2011-13 per le politiche del lavoro in Umbria, che stanzia risorse proprie per circa 80 milioni di euro da ripartire fra le due province in rapporto di 70 e 30 per cento, si incentra su tre obiettivi strategici: la lotta al precariato, con incentivi alle imprese per favorire la stabilizzazione del lavoro, che vede l'Umbria al primo posto nel Centro-Nord per contratti flessibili; la lotta alla disoccupazione giovanile ed a quella femminile, prevalentemente scolarizzata. Lo ha detto a Palazzo Cesaroni l'assessore regionale Gianluca Rossi, illustrando contenuti e finalita' del piano alla terza commissione del consiglio regionale.

L'assessore - riferisce un comunicato della Regione - ha spiegato che sulle misure annuali e' gia' cominciato un confronto con le due Province e che gli interventi potranno avvalersi di varie risorse e programmi nazionali e comunitari, visto che l'Umbria puo' vantare il merito di unica regione italiana ammessa al progetto per la mobilita' dei ricercatori internazionali e di conseguenza per la valorizzazione del capitale umano. Dopo aver precisato che il piano va letto in combinato con le politiche per la competitivita', e con il pacchetto della green economy, Rossi ha anticipato il varo nelle prossime settimane di misure coerenti con le linee di indirizzo del Dap e delle linee programmatiche delle giunta che confluiranno nel cosiddetto ''Piano strategico per la crisi dell'occupazione''.

Sugli incentivi alla occupazione giovanile, intesa come auto-impiego o creazione di impresa, problema sollevato da Franco Zaffini (Fli) che ha chiesto di rifinanziare la legge 12, Rossi si e' detto comunque disponibile ad un confronto, anche in riferimento al documento votato dal consiglio regionale al momento dell'approvazione del Dap.

La terza commissione, che nella prossima riunione riprendera' l'esame del documento, ha ascoltato anche l'assessore alla cultura, Fabrizio Bracco, sulla proposta di regolamento per la concessione di contributi e benefici finanziari per l'attivita' e per l'impiantistica sportiva. Bracco ha spiegato che il testo di regolamento, attuativo della legge 19 del 2009, disciplina l'assegnazione a societa' sportive che fanno attivita' promozionali o messa a norma e in sicurezza degli impianti, sulla base di requisiti prefissati e di una puntuale rendicontazione degli interventi.

Fra i criteri introdotti per privilegiare l'assegnazione dei contributi il regolamento terra' conto della certificazione antidoping delle manifestazioni sportive e delle attivita' di tipo ecologico o all'aria aperta. Un osservatorio terra' sotto controllo le attivita' delle associazioni.

Nel dibattito che e' seguito alla audizione, il consigliere Rocco Valentino (Pdl) ha proposto di distinguere con maggior rigore le attivita' sportive di alcune societa' che si dichiarano dilettanti, ma che di fatto sconfinano nello sport professionistico e come tali non dovrebbero accedere ai finanziamenti previsti.

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