Dopo aver conquistato i titoli dei giornali umbri ed esser stata affrontata in Consiglio Regionale grazie ad una interrogazione dei consiglieri del PD, il Ministero dell’Ambiente dovrebbe dare qualche spiegazione in merito alla truffa delle pensiline fotovoltaiche. Dovrebbe anzitutto spiegare per quale ragione ha concesso il patrocinio ad una iniziativa rivelatasi fraudolenta che ha lasciato, nella sola Umbria, 400 famiglie alle prese con finanziarie che oggi esigono il pagamento delle rate a fronte di opere mai realizzate. Dovrebbe poi spiegare per quale ragione il ministero non abbia vigilato sul progetto e sulle condizioni della sua attuazione, considerato che questo presunto patrocinio del ministero figurava in bella vista nelle delibere di adesione degli enti locali. Un patrocinio che, evidentemente, ha rassicurato istituzioni e cittadini, i quali non hanno minimamente sospettato che dietro quei rutilanti nomi potessero occultarsi intenzioni tutt’altro che ecosostenibili, più versati alla “bluff economy” che alla “green economy”.

Il Ministro dell’Ambiente dovrebbe spiegare anzitutto a quei cittadini caduti nel tranello delle pensiline fotovoltaiche il tipo di rapporto intercorso tra lo stesso Ministero, l’associazione Ener ed Energesco, partner tecnico del progetto. Cioè dovrebbe rivelare se questo rapporto esiste e se, qualora non fosse mai stato posto in essere, perché il presunto sostegno del Ministero al progetto ha circolato impunemente per mesi senza che venissero presi provvedimenti al fine di ristabilire la verità delle cose.

Infine, il Ministro dovrebbe dire ai cittadini truffati cosa intende fare per porre rimedio ad una situazione che lo vede in qualche modo partecipe. Perché non si può far finta di nulla dinanzi a fenomeni che danneggiano i cittadini e compromettono la fiducia nei riguardi delle istituzioni. Quello delle energie rinnovabili è un settore economico troppo importante per essere abbandonato alla mercé di operazioni per nulla trasparenti e che lasciano sui territori inganni e sfiducia. Il Ministro in questa specifica vicenda, che vede coinvolti e danneggiati cittadini di diverse regioni, deve trovare il modo di intervenire per ripristinare la legalità e la correttezza delle procedure.

Per finire, è doveroso un plauso a Federconsumatori dell’Umbria che ha sempre tenuto la vicenda sotto i riflettori pubblici, contribuendo in maniera decisiva a far emergere una realtà che oggi sta assumendo profili sempre più sconcertanti.

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