PASSIGNANO SUL TRASIMENO - Era attaccatissimo al suo bambino il papa' del piccolo Jacopo, morto ieri a 11 mesi dopo essere stato dimenticato in auto per alcune ore proprio dal padre, a Passignano sul Trasimeno: cosi' ripetono ai giornalisti amici e conoscenti della famiglia, nella piccola citta' sulle rive del lago Trasimeno.

''Lo scorso inverno - ricorda un vicino di casa - non voleva che il bimbo, ancora molto piccolo, uscisse da casa, perche' aveva paura che prendesse freddo''. ''La mattina il papa' lavorava - racconta un altro vicino - ma tutti i pomeriggi li dedicava al suo bambino. Li vedevo sempre passare insieme''.

''Spesso la mattina - dice ancora un uomo che abita proprio di fronte alla casa della famiglia di Jacopo - vedevo Sergio, il papa', mentre sistemava il figlio in macchina, sul seggiolino, poi scherzava con lui: 'Ora si parte, chi va al lavoro e chi va all'asilo'''.

L'uomo, Sergio Riganelli, di 41 anni, e' nato e cresciuto in Svizzera. Da pochi anni aveva scelto di lasciare il lavoro (alla Mercedes) e di tornare a Passignano, citta' di origine della sua famiglia. Con la moglie Eva, di origini albanesi, si erano sposati nel 2009. Nel giugno del 2010 era nato Jacopo. Avevano regolarmente frequentato i corsi prematrimoniali - riferisce il viceparroco della parrocchia di Passignano, don Gianni - e quattro mesi fa il bimbo era stato battezzato.

''Tutta la comunita' e' sconvolta - racconta don Gianni - la cosa ha dell'imponderabile. E ci eravamo tutti gia' commossi per l'analoga vicenda della bimba di 22 mesi morta a Teramo nei giorni scorsi''.

Jacopo frequentava l'asilo nido, nella scuola materna Sacro cuore, dove la mamma Eva, dipendente dell'Asl a Magione, lavorava come psicologa. ''Una famiglia per bene - spiega un barista della zona - bravissima. Il padre e' un ragazzo molto serio, molto bravo. Non si sa davvero cosa possa essergli successo, e non so come riuscira' a superare questo dramma''. Mentre al bar accanto al club velico, dove Sergio lavora e nel cui parcheggio e' morto ieri Jacopo, la ragazza al bancone risponde che si', conosce la famiglia Riganelli, ma poi, con le lacrime agli occhi, preferisce non aggiungere altro.

In molti a Passignano, stamani preferiscono evitare i giornalisti. Come la fioraia, in centro, che conosce bene Sergio ed Eva ma spiega: ''Non c'e' davvero nulla da dire''. Non c'e' rabbia, solo tanto dolore. ''In una dimensione piccola come questa - spiega l'assessore ai servizi sociali del Comune, Luca Briziarelli - tutti hanno rapporti personali con questa famiglia. Io stesso, al di la' del ruolo istituzionale. Non mi sento quindi di rilasciare dichiarazioni sulla vicenda''.

La casetta rosa, singola, a due piani, in via Lieta, una tranquilla strada chiusa a ridosso del centro, dove Jacopo abitava con i suoi genitori, oggi e' chiusa. Sergio e la moglie Eva sono da ieri ospiti in un paese vicino, a casa di alcuni parenti, che, come tutta la comunita' passignanese, si sono stretti intorno al loro dolore.
 

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