PERUGIA - "Leggiamo su alcuni quotidiani cartacei e on line affermazioni sguaiate e tracotanti del Psi nei confronti del nostro partito. Se sono vere le rimandiamo al mittente".

Paolo Brutti, segretario regionale dell'Italia dei Valori, interviene all'indomani delle polemiche prese di posizione diffuse dal Partito socialista. "Salendo sullo sgabelletto malfermo dell'ultima consultazione amministrativa parziale - afferma Brutti - il segretario di quel partito sembra si sia avventurato a mettere in discussione la composizione e i rapporti dentro la maggioranza in Regione che sono stati fissati dal risultato delle elezioni regionali di un anno fa. In quelle elezioni, vere perché generali, l'Idv ha avuto il doppio dei voti del PSI, il quale è stato gratificato oltre misura dagli accordi di giunta del dopo elezioni e da una bugiarda attribuzione dei seggi elettorali. Per parafrasare Flaiano, è successo che il Psi, “per via di nuove leggi, perde nei voti e aumenta nei seggi”.

La maggioranza in Regione non ha capiclasse autorizzati a segnare sulla lavagna i buoni e i cattivi e se il Psi ha qualcosa da ridire al nostro partito lo faccia direttamente e non chiedendo l'ausilio di altri. Le “verifiche e i vertici” sono pratiche dell'epoca di Craxi, alle quali non parteciperemo in nessun caso. A Città di Castello - prosegue Brutti - abbiamo voluto una svolta politica e il risultato ottenuto ci autorizza a perseguirla per tutta la consiliatura con intransigenza e tenacia, senza sconti e accordicchi. Il nostro obiettivo è che a Castello si torni quanto prima a nuove elezioni. Nel merito della vicenda della centrale del Bastardo la nostra posizione è stata espressa in modo completo e inappuntabile dal capogruppo in Regione, Oliviero Dottorini. L'assessore all'Ambiente risponda in Commissione alla richiesta di informazioni e chiarimenti sulla riconversione della centrale del Bastardo prima di siglare l'8 giugno prossimo l'accordo di cui si sente parlare. Se non lo farà e i contenuti dell'intesa fossero quelli temuti dal nostro capogruppo, la riconversione a carbone pulito o a lignina, fonti energetiche pericolose e di misterioso approntamento, noi non la sottoscriveremmo, per i motivi chiaramente illustrati da Dottorini. Se l'assessore pensasse di essere al di sopra della sua maggioranza avrà risposte che lo risveglieranno dai sogni di potenza. Il primo dovere di un membro dell'esecutivo regionale - conclude Brutti - è quello di fornire le informazioni e le delucidazioni richieste dai consiglieri perché l'epoca del “ghé pensi mì” in Umbria non è mai cominciata".

 

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