PERUGIA - Al via la Conferenza Regionale del Lavoro del Partito Democratico, luogo di dibattito e di confronto attraverso il quale il Pd ha l’ambizione, in Umbria come in Italia, di elaborare, partecipare e promuovere la sua proposta politica e culturale per la regione e per il Paese.

“Le Conferenze provinciali e la Conferenza regionale – ha sottolineato nel suo intervento il Segretario Regionale del Pd Lamberto Bottini - vogliono rappresentare il momento di sintesi di un dibattito capillare, che ha coinvolto e dovrà continuare a coinvolgere nel territorio categorie, associazioni, imprese, lavoratrici e lavoratori di ogni settore, professionalità di ogni tipo, donne, uomini, giovani variamente occupati, inoccupati o disoccupati”. Questo perché “la politica – ancora Bottini - non può fare a meno del dialogo e della costante interlocuzione con soggettività sociali, attori economici e singole persone dedite all’impegno civile”. Senza dimenticare che “dare più peso al lavoro passa per favorire il recupero di quell’unità sindacale importante per condividere una nuova gerarchia di problemi del Paese e per affermare senza scissioni sviluppo e diritti, definendo un nuovo diritto del lavoro con al centro la sicurezza, la legalità, la stabilizzazione dei precari, il salario minimo e una legge quadro per la democrazia sindacale”.

“In Umbria possiamo fare molto – secondo il Segretario - e abbiamo l’ambizione di proporci come laboratorio aperto di proposte, elaborate in modo non autosufficiente, frutto, invece, di un confronto costante col mondo delle imprese e del sindacato”. Intanto è stato approvato il DPEF e il bilancio senza aumentare la tassazione. Quindi, “è stata ridotta l’IRAP alle imprese, nonostante i tagli che il Governo ha operato in maniera unilaterale e incondizionata. E proprio sull’Irap si registra la paradossale opposizione del governo, ma anche la verifica della possibilità di allargamento dei beneficiari come quelli del Terzo Settore”.

“La Regione ha – poi - già avviato alcune riforme, come quella endoregionale; riforme che si prefiggono l’obbiettivo di ridurre la spesa e garantire i servizi nell’ottica dell’efficientamento, della velocizzazione dei tempi burocratici e procedurali, come il disegno di legge predisposto per la semplificazione delle procedure amministrative importante per le imprese e i cittadini”. Senza dimenticare l’importanza di “riforme quali il piano triennale per il lavoro, teso ad accrescere e rafforzare il sistema economico e la competitività dell'Umbria, attraverso interventi che correlano politiche di sviluppo e politiche del lavoro con le risorse pubbliche e private, materiali e immateriali, sociali e civili di cui l’Umbria dispone. Il Piano definisce le strategie attuative dell'ultima parte della programmazione comunitaria 2011-2013 e ulteriori misure di supporto anche in attuazione dell'Accordo Stato-Regioni per azioni di sostegno al reddito”.

Ora, anche con la Conferenza del Lavoro, “rilanciamo la necessità di dare sostegno ai giovani, attraverso il Piano del Lavoro, il contrasto al precariato con incentivi alle imprese che assumono a tempo indeterminato, la revisione del sistema di formazione per connettere competenze e sviluppo, il completamento della riforma della Legge 12 del ’95. Sostegno alle donne attraverso l’individuazione di misure di sostegno all’imprenditoria femminile, la valorizzazione e l’incentivazione di nuove professioni, la riorganizzazione del welfare. Sostegno alle Piccole e medie imprese, attraverso il miglioramento dell’accesso al credito, la valorizzazione delle eccellenze, l’aumento della competitività e dell’internazionalizzazione, fino alla considerazione di una legge per le stesse”.

“Noi dobbiamo posizionare l’Umbria su una direttrice coerente con quello che il segretario Bottini ha indicato nella sua relazione - ha detto l’Assessore Regionale Gianluca Rossi – per superare i limiti strutturali del nostro sistema”. Vanno in questa direzione gli investimenti per oltre 200 milioni di euro, il taglio dell’Irap per le imprese che sostengono la stabilità del lavoro, i piani pluriennali per la crescita, la competitività lo sviluppo, il lavoro, che posizionano l’Umbria nella fase finale della programmazione comunitaria 2007-2013, riferimento quasi esclusivo in termini di risorse”.

E ora “è necessario riprendere con forza una nuova stagione di politica industriale”, puntando sull’economia reale, sul manifatturiero, sulla piccola e media industria. “Dobbiamo seguire questa strada – ancora Rossi - piena di difficoltà. L’Umbria può farcela e il Pd deve rappresentare il perno intorno al quale la coalizione di governo potrà dispiegare le proprie idee e la propria forza”.

Il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo ha illustrato le difficoltà del sistema economico ternano. “Siamo la prima città italiana per aumento di ricorso alla Cassa integrazione, dato che ci racconta un quadro in peggioramento. Alla crisi della chimica si aggiungono le difficoltà della siderurgia, con lo scorporo della divisione dell’inox della Thyssen, insieme al calo del 20% del settore edile e alle complessità del tessile e dell’alimentare. In questo contesto abbiamo proposto qualcosa che tiene insieme un’azione di governo delle pubbliche amministrazioni umbre con quelle nazionali”.

Uscirne si può puntando su strategie di collaborazione, sull’economia verde, sulle infrastrutture, sull’innovazione, sulla semplificazione.

“Abbiamo fatto bene come Pd a promuovere questa due giorni – ha detto la Presidente della Regione Catiuscia Marini - anche in vista della Conferenza nazionale dedicata ai temi del lavoro. I documenti politici del Pd definiscono un percorso di impegno, base di riflessione comune”.

La Presidente ha sottolineato come il Piano per le politiche industriali e del Piano triennale per il lavoro rappresentino atti di programmazione di politiche regionali che possono servire sia di contrasto alla crisi per aggredire i punti di criticità su occupazione e lavoro, sia di incentivazione alla ripresa. In poco più di due anni, in Umbria, 10mila persone hanno perso il posto di lavoro, il tasso di occupazione femminile è tornato ai livelli della fine degli anni ’90, bruciando le conquiste ottenute anche grazie agli interventi realizzati grazie ai fondi strutturali, cresce la disoccupazione giovanile.

A questo si aggiunge il fatto che i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro, spesso con poca specializzazione, vivono forti difficoltà nella rioccupabilità. La scommessa, oggi, è agganciare la ripresa. Come? Puntando sull’economia reale, sulle medie imprese più capaci a gestire processi di innovazione, a ricapitalizzare, ad avvalersi a competenze professionali importanti, che hanno più donne ai vertici e più occupati in una fascia d’età giovane. Cofinanziando le misure come gli ammortizzatori sociali, semplificando i processi amministrativi, migliorando la strumentazione per favorire l’accesso al credito, incentivando chi assume in modo stabile (vedi il taglio dell’Irap previsto dal bilancio regionale). “Abbiamo bisogno – ancora Marini - di tornare a produrre reddito e ricchezza per attrezzarci alla sfida federalista”. In tutto questo “manca, però, un interlocutore, che è il governo”.

Nel corso del pomeriggio si sono succeduti gli interventi dei rappresentanti dei sindacati, delle associazioni di categoria, del mondo cooperativo, che hanno espresso apprezzamento e condivisione per la sintesi elaborata dal Segretario Bottini, per il metodo altamente partecipativo adottato dal Pd e per i contenuti della sua politica sui temi del lavoro.

I lavori della Conferenza riprenderanno domani mattina alla presenza di Stefano Fassina, Responsabile Economia e Lavoro del Pd nazionale.
 

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