Le elezioni a Gubbio, che hanno visto il trionfo del sindaco Guerrini con quasi il 60% dei consensi, consentono una analisi più dettagliata della situazione politica umbra e dei rapporti di forza all’interno del centrosinistra.
Soltanto nove i comuni in Umbria che hanno rinnovato le proprie amministrazioni e tre di questi con una popolazione sopra i quindici mila abitanti; in totale in Umbria si sono recati alle urne il 16% degli aventi diritto al voto.
Pur in un quadro in controtendenza con la situazione nazionale, dove c’è un forte arretramento delle destre, in Umbria la maggior parte dei cittadini confermano la loro fiducia nel centrosinistra, ad eccezione di Assisi, che conferma il sindaco uscente Ricci e di Nocera, dove l’Idv ha presentato una propria lista in contrapposizione a Tinti.
I dati elettorali confermano, nel bene e nel male, la bontà della proposta da noi lanciata di costruire un grande polo della sinistra autonomo dal PD.
Nel bene perché si conferma l’esistenza di una grande area politica a sinistra del PD: basti pensare che nelle città sopra i quindicimila abitanti l’aggregazione dei risultati elettorali delle singole forze della sinistra ci da dati importanti e tutti a due cifre: il 12 % a Città di Castello (4,9 % IdV, 2,2 % Sel, 4,8 % Fds più altri), l’ 11% ad Assisi (2,4 % IdV, 5,7 % Buongiorno Assisi, 2,8 % Sel) nonostante la sconfitta, e addirittura il 30,50% a Gubbio (4,39 % IdV, 5,26 % Sel, 15,84 % FdS), se si considera anche i risultato della lista Un’altra Gubbio (5,01%), superiore allo stesso PD.
Nel male perché purtroppo la sinistra, presentandosi divisa e con le diverse formazioni in concorrenza tra loro, insiste nel perseguire un percorso autolesionista che, con la riduzione per legge dei consiglieri comunali, ha impedito a diverse liste di eleggere un consigliere.
In un quadro come questo la forza politica che meglio ha retto è stata la Federazione della Sinistra che elegge 9 consiglieri comunali in Umbria, a ruota l’IdV che ne elegge 7 mentre Sel viene premiata solamente a Gubbio e ad Amelia, con due soli consiglieri.
È chiaro come la rappresentanza delle forze di sinistra sia sottodimensionata rispetto alle reali potenzialità politiche ed elettorali. Aggregando i risultati la seconda forza della coalizione in Umbria sarebbe la sinistra se solo fosse presentata unita, rinunciando ai settarismi e alla voglia di contarsi a tutti i costi.
Sono convinto che la sinistra non può continuare ad essere una mera spettatrice di quanto gli accade intorno, ma deve assumere un ruolo attivo e propositivo. Il rischio reale oggi è che le singole forze della sinistra vengano utilizzate ora da una parte ora dall’altra parte del PD come forze di complemento a fini esclusivamente interni al partito di maggioranza relativa. Per questo rilanciamo con forza, alla luce anche dei risultati elettorali, la proposta di avviare un percorso comune delle forze politiche a sinistra del Pd, per la costruzione di un polo della sinistra radicato nella società e nelle istituzioni, che abbia la forza di poter modificare questo stato di cose, a cominciare dalle elezioni amministrative del prossimo anno.


 

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