L'allarme di Cna pensionati: "Dai conti dell'Inps conferme emergenza povertà"
PERUGIA - “Il rapporto annuale dell’Inps, ha messo in evidenza, ma soprattutto ha certificato quello che da molto tempo stiamo cercando di porre all’attenzione nel panorama sociale e politico nazionale e regionale: nel paese c’è una pericolosa sacca di povertà che nel silenzio e talvolta nell’indifferenza stà assumendo le caratteristiche di vera emergenza sociale”.
Ad affermarlo è stato Giuliano Sorcio, presidente Cna Pensionati della provincia di Perugia, all’indomani della pubblicazione del rapporto annuale dell’Inps 2011.
“Quando l’Inps ci dichiara – prosegue – che una pensione su due è inferiore alle 500 euro al mese e quasi l’80% è sotto i mille euro, purtroppo, non ci stupisce, in quanto sono cose che denunciamo da tempo e cerchiamo di far transitare all’attenzione della pubblica opinione e dell’agenda della politica anche attraverso iniziative nazionali e locali. Con il ‘Pensionato Day’, manifestazione nazionale del Cupla (Coordinamento Unitario Pensionati Lavoratori Autonomi, ndr) svoltasi di recente anche nella nostra regione, abbiamo voluto ribadire il carattere politico e sociale della questione pensionati nel Paese e nel nostro territorio. Vivere oggi con meno di 500 euro in età avanzata e vedersi ridotti, con i tagli del governo nazionale al sociale, anche i servizi essenziali in un periodo della vita in cui questi diventano fondamentali, danno il senso di precarietà e di disagio di un Paese che ha alla base valori fondanti come la giustizia sociale”.
“Il sistema pensionistico dell’Inps – prosegue Sorcio – ci viene ribadito che tiene, grazie anche alle riforme precedenti, ma che c’è necessità di lavorare più a lungo. Il punto politico di fronte a queste affermazioni è che se dobbiamo gioire per la tenuta del sistema non possiamo certamente ignorare che questo si realizza essenzialmente perché le prestazioni pensionistiche sono indegne di un paese civile. L’Italia è agli ultimi posti delle prestazioni previdenziali tra i paesi della Unione Europea. Lavorare più a lungo non può essere la soluzione per l’equilibrio finanziario dell’Inps. Essendo il problema politico e sociale e non ragionieristico come dice il presidente dell’Inps, Mastropasqua, la soluzione va ricercata nell’ampliamento dell’area del lavoro e conseguenzialmente dell’ampliamento delle entrate dell’Inps. I troppi giovani che sono fuori dall’area del lavoro e molto dentro la logica del precariato, sono un limite, non solo sociale, ma anche economico che non possiamo permetterci. Chiedere di garantire i conti dell’Inps allungando i tempi di lavoro equivale sul piano fiscale a continuare a vessare chi paga correttamente a discapito di chi evade”.
“E’ una filosofia politica che non può essere più tollerata - ribadisce il presidente Sorcio - in quanto prefigura scorciatoie che oggi non possono più essere tollerate in un sistema democratico e moderno verso il quale ambiamo transitare. Nel sistema previdenziale italiano pesano, e non poco, le voci relative agli ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione, i sussidi di disoccupazione e la mobilità. Venti miliardi nel 2010 sono una cifra considerevole per i conti dell’Inps. Sarebbe opportuno e necessario cominciare a pensare a trasferire il peso ed il costo degli ammortizzatori sociali dall’Inps alla fiscalità generale. Ma non sono trascurabili – chiude il presidente pensionati Cna Perugia, Giuliano Sorcio - azioni tendenti a favorire l’emersione del lavoro nero e la lotta ai privilegi previdenziali, non più sostenibili in un paese come il nostro, che si vanta di essere moderno ed avanzato”.

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