di Fraco Calistri, Socialismo 2000-Federazione della Sinistra

Con l'acquisizione dei risultati i del voto di Gubbio è possibile tracciare un primo bilancio di questa tornata elettorale che in Umbria ha interessato nel complesso circa 116.000 umbri, pari al 16% dell'intero corpo elettorale regionale; si è trattato di un test elettorale importante, sopratutto perché erano coinvolti 3 comuni al di sopra dei 15.000 abitanti (Assisi, Città di Castello e Gubbio) ma non certo “statisticamente” significativo degli orientamenti dell'intero elettorato regionale, quindi estrema cautela nell'esprimere giudizi. Limitando l'analisi ai soli tre comuni più importanti ed al campo dei partiti di centro sinistra, il primo elemento che va tenuto presente è che in non tutti e tre i comuni le forze politiche del centro sinistra regionale (intendendo per tale la coalizione attualmente al governo regionale) si sono presentate unite. In particolare a Città di Castello sia Sinistra Ecologia e Libertà, sia l'Italia dei Valori si sono presentati ciascuno con un proprio candidato sindaco alternativo da quello sostenuto dal resto del centro sinistra (Partito Democratico, Federazione della Sinistra e Partito Socialista). Questa corsa solitaria può avere influito negativamente (voto utile) o positivamente (autonomia e novità) sul risultato delle singole liste rispetto ad una loro dislocazione all'intero del centro sinistra. Naturalmente quanto di questi elementi abbia pesato di più o di meno al momento non è dato saperlo, per conoscerlo bisognerebbe disporre di dati relativi ai flussi elettorali.

Per cui, con la precauzione del caso, sommando i risultati delle 5 forze politiche, che si riconoscono nel centro sinistra regionale, nel complesso delle tre città si ottiene un il 54,1% dei voti, così distribuito: Partito Democratico 14.258 voti e 29,7%, Partito Socialista 6.415 voti e 11,9%, Federazione della Sinistra 4.269 voti e 7,9%, Italia dei Valori 2.162 voti e 4,0%, Sinistra Ecologia e Libertà 1.840 voti e 3,4% (poiché ad Assisi FdS e Partito Socialista erano presenti in una stessa lista “Buongiorno Assisi” si è proceduto ad attribuire a ciascuna delle due liste la metà dei voti raccolti da “Buongiorno Assisi”).

Questa la fotografia attuale dei rapporti, per lo meno come emergono dai risultati di queste tre città, interni alla coalizione. Va comunque osservato che nel caso del Partito Socialista quel suo 11,9% è fortemente influenzato dal 21,2% ottenuto a Città di Castello, dove per altro il centro sinistra presentava a candidato sindaco un esponente socialista, e che Città di Castello è da sempre città a forte tradizionale socialista, nelle comunali 2006 il Partito Socialista raccolse il 14,1%. Sul risultato della Federazione della Sinistra (7,9%) pesa il 15,8% conquistato a Gubbio, storica roccaforte di Rifondazione,(nel 2006 la sola Rifondazione raccolse il 25,7%). Oltre questa fotografia, da prendere con la giusta cautela, è interessante capire cosa è cambiato rispetto ad un anno fa, ovvero rispetto alle regionali 2010. Quest'anno nelle tre città gli elettori di centro sinistra sono stati 29.044 (54,1%), nel 2010 erano 30.135 per una percentuale del 60,8%, il che vuol dire che le forze di centro sinistra nel giro di un anno hanno perso 6,7 punti percentuali di consenso. E' vero che nel 2010 si votava per il governo regionale ed ora per i sindaci e non dappertutto con un centro sinistra unito, però 6,7 punti in meno sono una bella percentuale. All'interno dei partiti di centro sinistra l'unico che può veramente cantar vittoria è il Partito Socialista che passa dal 4,8% el 2010 all'attuale 11,9% (da 2.382 voti a 6.415),. Aumenta anche Sinistra Ecologia e Libertà che dal 2,6% passa al 3,4%, restando comunque ultima forza della coalizione. Tutti gli altri partiti arretrano. Il Partito Democratico cala di 1,7 punti percentuali (alle regionali con 15.527 voti aveva ottenuto il 31,4%), la Federazione della Sinistra di 2 punti e mezzo (dal 10,4% all'attuale 7,9%) , l'Italia dei Valori crolla dall'11,7% al 4,0%.

Fermo restando che si tratta di due elezioni assolutamente diverse, d'altra parte il confronto con le precedenti comunali è praticamente quasi impossibile data la diversità di composizione delle forze politiche, e con tutte le cautele del caso, questi dati segnalano: una flessione del voto al centro sinistra nel suo complesso, che forse una qualche preoccupazione dovrebbe indurre, solo un fatto di “stanchezza” o anche un messaggio politico di non totale soddisfazione del governo/governi locali di centro sinistra? All'interno dei partiti netta è l'affermazione del Partito Socialista, anche in questo caso si tratta di una crescita tutta legata a fenomeni locali o è il preludio di una “nuova primavera” socialista in Umbria (ed in Umbria la Sinistra a partire dal vecchio DS non ha mai fatto i conti fino in fondo con la “questione socialista”)? La Federazione della Sinistra continua a vivacchiare e sopratutto sembra non convincere, così come Sinistra Ecologia e Libertà, il che impone una seria riflessione sulla prospettiva per ambedue le formazione. Infine dato interessante quello dell'Italia dei Valori, che fatica, un po' come SEL, a divenire forza politica radicata nei territori e non semplicemente legata a fattori “mediatici” nazionali.
 

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