Sanitopoli/ Lorenzetti: "Sono completamente estranea alle vicende di Foligno"
PERUGIA - Ha negato radicalmente ''ogni profilo di illecita' del proprio operato e di quello dell'intera Giunta regionale'' la ex presidente umbra Maria Rita Lorenzetti interrogata dalla procura di Perugia nell'ambito di un indagine partita dall'attivita' della Asl di Foligno.
Lo ha reso noto il suo difensore Luciano Ghirga. Il legale ha reso noto che la Lorenzetti e' stata sentita dai pm perugini quale indagata per abuso in atti d'ufficio e falsita' ideologica, relativamente ad alcune delibere della Giunta regionale sulle autorizzazioni richieste dalle Asl dell'Umbria all'esecutivo stesso.
La ex presidente, dopo aver negato l'illecita' del proprio operato e di quello della Giunta, ha ribadito - ha reso noto ancora l'avvocato Ghirga - la ''legittimita' degli atti adottati e gli ottimi risultati della sanita' umbra, correlati alle esigenze del bilancio regionale e ai servizi offerti''.
La Lorenzetti - ha spiegato il suo difensore - nel mantenere ''un doveroso riserbo istruttorio manifesta la propria fiducia nell'operato degli organi inquirenti e ribadisce la propria estraneita' a tutti i fatti che le sono stati contestati''.

Monday
23/05/11
23:05
Non voglio entrare nella questione specifica che non conosco, ma la affermazione fatta da molti politici inquisiti di non essere colpevoli in quanto gli atti sottoscritti erano perfettamente legali, meritano qualche considerazione che, lungi dall'essere la verità, meritano almeno un confronto con quelle dei lettori di questo interessante sito.
In effetti nelle società moderne il rispetto della legalità é una condizione necessaria per una convivenza civile, garantita dallo Stato e dalle sue istituzioni operative.
Ma é sufficiente il rispetto della legalità per dire che siamo in un paese moderno e civile?
Ci sono altre soglie meno precise, più impalpabili, che fanno riferimento a valori e concetti più labili della aleatorietà determinata dalla seppure abile scrittura di una norma. Mi riferisco alla etica e alla morale.
Le leggi raziali ad esempio erano perfettamente legali, ma non per questo erano etiche e rispettavano la morale comune. Non ci si può difendere dicendo che si è operato all’interno di un quadro di legalità.
O meglio lo si può dire per non incorrere in reati perseguibili penalmente, ma il giudizio etico e morale è tutt’altro e molto più importante per un politico perché determina il suo grado di venire a patti con la sua coscienza civica se non addirittura con la sua morale… credo.
La questone è ancor peggiore se il soggetto che si richiama al pedissequo rispetto della legalità è un politico che per sua natura dovrebbe essere la punta intellettuale e culturale più avanzata della società.
Dire che tutto é lecito perché è "legale", paradossalmente quindi diviene una aggravante e certamente non basta a giustificarsi davanti agli elettori che ora sanno che da quel politico ci si può attendere di tutto purché sia legale.
Se si auspica che una società civile si faccia riferimento alla sola legalità allora bisogna accettare anche che non si debba restituire un prestito se non certificato da una preciso impegno scritto, che si possa affermare il falso se non ci sono testimoni. Si potrebbero addirittura fare delle leggi che rendano legale ogni nefandezza.
Io preferirei una società in cui una stretta di mano vale quanto un contratto sottoscritto davanti a un notaio, e che i concetti di lealtà e onestà intellettuale continuino a mantenere il significato di una volta.
Gc