Prc Città della Pieve: "Bene la modifica dello Statuto per l'acqua bene comune"
Il circolo di Rifondazione Comunista di Città della Pieve ha accolto con soddisfazione l’approvazione unanime da parte del Consiglio Comunale in data 28 aprile della proposta di modifica dello Statuto comunale in favore del riconoscimento dell’Acqua come bene comune e pubblico, assieme all’impegno assunto per la salvaguardia di tale bene e la sensibilizzazione sul tema all’interno dell’Ato di appartenenza. Rivendichiamo il ruolo chiave svolto da Rifondazione Comunista sia nella raccolta firme per la proposta d’iniziativa popolare, sia nella sua successiva presentazione e mediazione con altre forze di maggioranza. Il nostro partito è l’unico a livello locale ad essersi mobilitato sul tema, sia a livello istituzionale, che attraverso l’immediato supporto al Comitato “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” creatosi pochi mesi fa nella nostra cittadina, di cui ne siamo parte integrante. Il nostro impegno deriva dall’idea che l’acqua non può e non deve essere considerato un bene pubblico alla stregua degli altri, e oggetto delle regole del mercato, in quanto bene essenziale per la vita di tutti noi e quindi da sottrarre alle logiche del profitto di cui si sono caratterizzate le proposte legislative degli ultimi 15 anni (prime su tutti Legge Galli e Decreto Ronchi). Da qui il pieno supporto alla campagna referendaria per l’acqua pubblica volta all’abrogazione dell’art. 23 bis l. 133/2008 (il quale entro la fine del 2011 prevede che le gestioni affidate in house a società pubbliche cessino per affidare le stesse a società totalmente private o miste, con una percentuale per il privato non minore al 40%) e l’art. 154 d. lgs. 152/2006 (che garantisce una rimuneratività del 7% senza collegamenti effettivi con gli interventi di miglioramento del servizio).
A chi sostiene che sia l’Europa ad imporci una progressiva privatizzazione del servizio idrico bisognerebbe ricordare come a Parigi e nel Land di Berlino, si sono svolti alcuni mesi fa due importanti referendum (nel silenzio dei media e di buona parte della politica, come in Italia del resto): il primo ha permesso l’attribuzione del servizio idrico a una società pubblica “Eau de Paris” grazie a cui, dopo un aumento delle bollette in 25 anni di gestione privata di più del 200%, le tariffe oggi scendono progressivamente, e il secondo che chiedeva la pubblicazione del contratto con cui nel 1999 era stato affidato il servizio a due multinazionali, con margini di guadagno altissimi per queste società e bollette alle stelle per i berlinesi.
Come avvenuto quindi in altri Paesi europei governati dalle destre dovranno essere i cittadini a prendere coscienza del problema e dell’importanza di una mobilitazione dal basso contro chi intende mercificare un bene di vita indispensabile, patrimonio delle generazioni future. Non si può far cadere nel vuoto una grande possibilità di democrazia diretta come quella dell’ 11 e 12 giugno prossimo, ricordando che il cambiamento è possibile e che il cambiamento siamo noi.
Circolo di Rifondazione Comunista di Città della Pieve

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