Welfare/ Dalla Regione in arrivo 33 milioni per politiche in favore famiglia
PERUGIA - Ammonta a circa 33 milioni di euro lo stanziamento di risorse previsto dalla Giunta regionale dell'Umbria nella manovra di bilancio 2011-2013 per finanziare le misure a favore della famiglia. Il dato e' stato reso noto stamani in una conferenza stampa dalla vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari.
''Dei 32 milioni 954 mila 226 euro stanziati - ha spiegato la Casciari - 4 milioni andranno a finanziare il comparto destinato alla non autosufficienza, 10 milioni 511 mila euro, alimenteranno il fondo sociale regionale, 3 milioni 205 mila 953 euro sono destinati agli asili nido, 11 milioni 437 mila 239 euro all'istruzione, 2 milioni per le abitazioni in locazione, un milione 650 mila euro per l'abbattimento delle rette (tassa rifiuti e rette asili nido), 150 mila euro per contributi all'associazionismo familiare e agli oratori''.
La vicepresidente - riferisce un comunicato della Regione - ha definito la famiglia ''la struttura portante della comunita' umbra e, da sempre, ha costituito uno strumento fondamentale all'integrazione sociale, pur subendo notevoli trasformazioni in conseguenza dei profondi mutamenti sociali degli ultimi anni. Per tale ragione sono stati predisposti interventi nuovi che daranno risposta alle diverse esigenze''.
In particolare per i nuclei familiari piu' ''vulnerabili'' la Regione si e' dotata di un quadro normativo specifico ed ha messo in campo azioni e interventi. ''L'azione di sistema nei confronti delle famiglie umbre a rischio - ha precisato la Casciari - prende in considerazione l'area di vulnerabilita' sociale nella quale si collocano famiglie 'normali' che, per il combinarsi di piu' fattori negativi, come la malattia, la precarizzazione del lavoro, o la scomposizione del nucleo familiare, rischiano di scivolare nel disagio e nella poverta'. Ovviamente, visto che i motivi di entrata in poverta' sono diversificati, devono essere diversificate anche le risorse per uscirne o impedire di entrarvi, pertanto vanno riorganizzate attorno alle famiglie una serie di misure attraverso la convergenza di piu' politiche da tradursi in un mix di servizi, azioni sociali, prestazioni, detrazioni fiscali, da gestire nell'ambito della progettualita' sociale di territorio''.
Tra i nuovi atti approvati dalla Giunta regionale e presentatati nella conferenza stampa, c'e' il regolamento di attuazione dell'articolo 7 ''Interventi per famiglie vulnerabili'' della legge regionale n. ''13/2010'' ''Disciplina dei servizi e degli Interventi a favore della famiglia'', che definisce le modalita', i criteri e le risorse per la realizzazione degli interventi per le famiglie vulnerabili.
''Si tratta di una novita' assoluta - ha detto la vicepresidente - rivolta a famiglie che abitualmente non sono abituate a chiedere aiuto ai servizi quindi, come per tutte le sperimentazioni, si possono prevedere anche degli aggiustamenti per la prossima annualita'. Questa azione e' caratterizzata dall'unitarieta' dell'intervento mediante la definizione di un pacchetto di risorse, 3 milioni di euro in due annualita', da destinare alla famiglia tramite lo strumento del contratto di sostegno''.
Il regolamento, recepite le osservazioni della Commissione consiliare politiche sociali, e' stato approvato dalla Giunta regionale e ora si stanno predisponendo gli strumenti amministrativi per la realizzazione del procedimento. L'articolato definisce gli elementi che determinano la vulnerabilita' delle famiglie, identificati nella concomitanza di tre fattori: un profilo sociale, una fascia di reddito di appartenenza e l'insorgenza di un evento di rischio.
In particolare: il profilo sociale viene determinato da uno status anagrafico della famiglia ricompreso tra famiglia con i figli, famiglia numerosa con quattro componenti e oltre, madre o padre con figli, famiglia unipersonale. Lo status economico fa riferimento all'indicatore della situazione economica equivalente (Isee) del nucleo familiare anagrafico, ricompreso fra euro 7.500 e 23 mila euro attualizzato alla data di presentazione della richiesta di accesso al beneficio, sia per le modificazioni economiche che sociali subite dal richiedente e dalla propria famiglia come l'insorgere di una situazione di rischio, tra queste la nascita di un altro figlio, la riduzione o la perdita del reddito da lavoro da parte della persona di riferimento del nucleo familiare, la scomposizione della famiglia derivante da una separazione, la perdita dell'alloggio, l'ingresso a scuola dei figli, la presenza in famiglie o l'insorgenza di una condizione di non autosufficienza.
L'intervento di sostegno si realizza in una misura unica sulla base di un pacchetto di risorse che puo' comprendere varie prestazioni e servizi. A libera scelta della famiglia si puo' prevedere il pagamento di utenze come servizi idrici, gas, energia elettrica, o l'integrazione al canone di locazione. Per quanto riguarda l'entita' dell'intervento riconosciuto il regolamento stabilisce che questo viene modulato anche con il combinato di piu' prestazioni, e corrisponde ad un diverso importo (da 300 a 800 euro) a seconda della fascia dell'ISEE, con un tetto massimo di mille euro in presenza di particolari circostanze, purche' siano debitamente motivate e documentate dal servizio sociale pubblico. La procedura per l'erogazione del contributo prevede un avviso a validita' annuale, pubblicato sul sito istituzionale dalla Zona sociale, per permettere poi la presentazione delle domande da parte delle famiglie da avanzare presso gli Uffici di Cittadinanza.
''La Regione Umbria - ha ricordato la vicepresidente - ha dedicato anche attenzione alle politiche di conciliazione con l'approvazione di due progetti''. Il primo relativo alla sperimentazione regionale dei nidi familiari in Umbria per assicurare nuove forme di sostegno alle famiglie per la cura dei piu' piccoli, mentre il secondo progetto dal titolo ''Progetto sperimentale Family Help (famiglie persone in aiuto al lavoro di cura, a sostegno dei compiti familiari)'', ha come obiettivo quello di formare un elenco regionale di persone disponibili ad esercitare sia una funzione di mediazione tra le famiglie e la rete dei servizi, che di fornire ulteriori servizi integrativi piu' flessibili e necessari all'espletamento dei compiti di cura propri della famiglia.
Le famiglie umbre potranno contare anche sul ''Prestito sociale d'onore che interviene a sostegno di un'area di vulnerabilita' sociale e viene previsto e concesso a favore di cittadini umbri che versano in situazioni di temporanea difficolta' economica, contingenti o legate a momenti di criticita' del ciclo di vita familiare e personale. ''In particolare, grazie al prestito sociale d'onore per il quale la Regione ha stipulato una convenzione con Gepafin e la cui cifra massima in prestito e' di 5.000 euro da restituire in 60 mensilita' senza interessi - ha precisato la vicepresidente - le famiglie possono far fronte a situazioni di bisogno caratterizzate, da un lato da una temporanea e contingente difficolta' economica connessa a problematiche individuali o familiari, abitative, scolastico-formative, lavorative, di salute e legali, e, dall'altro dalla presenza di concrete opportunita' volte comunque al superamento delle temporanea difficolta' attraverso l'attivazione di risorse della persona richiedente e della propria famiglia''.
''Presto - ha aggiunto la Casciari - sara' anche pubblicato un Bando che stanzia contributi per l'abbattimento delle rette degli asili nido. Il beneficio concesso e' di 300 euro e viene erogato per ogni figlio presente nella famiglia che avanza istanza di contributo, purche' lo stesso figlio sia iscritto e frequenti, un asilo nido autorizzato al funzionamento. Le risorse stanziate per quest'anno sono pari a 750 mila euro e pertanto siamo in grado di coprire 2.500 domande''.
SCHEDA
Le famiglie umbre sono circa 350mila, con un incremento negli ultimi 3 anni del 5per cento nella provincia di Perugia e del 3 per cento in quella di Terni. Il numero medio di componenti e' 2,5 per famiglia, questa media si e' dimezzata nel giro di settanta anni, un decremento dato soprattutto da due processi: il tasso di fecondita' basso e la tendenza all'invecchiamento della popolazione.
''La tipologia di famiglie e' molto ampia - ha detto la vicepresidente - la loro realta' si presenta articolata e dinamica. Negli ultimi anni diminuiscono le famiglie multiple o estese (cioe' composte di piu' nuclei o aggregati), per converso, cresce il numero delle famiglie monogenitoriali, nucleari, ricostituite e unipersonali. Queste ultime, dal 1991 al 2001, sono aumentate del 49per cento''.
Considerando alcune tipologie e rapportandole al totale delle famiglie, emerge che: il 20,5 per cento e' rappresentato da famiglie unipersonali (di queste, il 60per cento e' composto da anziani), il 7,3 per cento da famiglie numerose, cioe' con 4 o piu' membri, il 10,3 per cento e' rappresentato da famiglie multiple o estese. Sul totale dei nuclei familiari, le famiglie monogenitoriali costituiscono il 10,6 per cento e sono composte in maggioranza (i 3/4) da donne con figli.
L'incidenza di separazioni e divorzi nella nostra regione e' piu' bassa della media nazionale. Al 2005 le separazioni erano 5 ogni 1.000 coppie coniugate (Italia 5,6), i divorzi 2,7 (Italia 3,2). Comparando questi dati con quelli delle altre regioni, l'Umbria si colloca in una posizione intermedia fra il Centro-Nord (con maggiore litigiosita') e il Sud, dove divorzi e separazioni sono meno numerosi. Il ruolo delle famiglie in Umbria sembra godere di un esteso consenso da parte dell'opinione pubblica, comprese le nuove generazioni. Ad esempio, in una recente ricerca dell'Aur condotta su un campione regionale di studenti delle Superiori, in una scala di gradimento da 0 a 100, la famiglia raggiunge il punteggio medio, elevatissimo, di 93.
Le ragioni di tanto gradimento sono molteplici, ma riconducibili soprattutto alle funzioni sociali che tradizionalmente svolgono le famiglie. Non e' un caso se il 45 per cento delle coppie di nuova formazione vive con i genitori e i contatti quotidiani, soprattutto con figli e nipoti, sono piu' frequenti delle tendenze medie nazionali (ad esempio, aiutare un parente ospitandolo nella propria casa rappresenta il 20per cento di tutti gli aiuti in Umbria, a fronte del 16 per cento in Italia).
Altro dato segnalato e' l'invecchiamento della popolazione che comporta l'aumento delle persone molto anziane e piu' bisognose di assistenza. All'aumento dell'incidenza relativa degli anziani corrisponde il decremento relativo di giovani e adulti che costituiscono le generazioni piu' forti e attive, ossia, si diradano le maglie di quelle reti di solidarieta' informale piu' vitali, con la conseguenza di concentrare l'impegno di cura e sostegno su pochi adulti, in gran parte donne, spesso gia' in eta' abbastanza avanzata. Ad esempio, fra pochi anni un ultrasessantenne su 2 avra' in carico la madre di oltre 85 anni.
Fin d'ora si avvertono i costi sociali, laddove l'indice di stress per cause legate alla cura di soggetti deboli, al ''disagio dei normali'', ossia ai problemi acuti nel ''normale quotidiano'' di persone e famiglie, colloca la Regione Umbria in una scala nazionale al secondo posto. I fattori di vulnerabilita' legati al mercato del lavoro e ai redditi familiari accentuano l'insicurezza, l'ansia, la fatica delle famiglie.
Per la prima volta, dopo vari decenni, e' diffuso fra i genitori il timore che i propri figli retrocedano lungo la scala delle opportunita' sociali. Il 24 per cento dei giovani maggiorenni che hanno smesso di vivere con i propri genitori incontra serie difficolta' economiche e il 70per cento di loro si trova in difficolta' da almeno 4 anni. Cio' aiuta a comprendere perche' tanti giovani, anche nella nostra regione, preferiscano continuare a vivere con i propri genitori. Queste tendenze economiche, insieme al diradarsi delle reti di solidarieta', accentuano i rischi di riduzione della solidarieta' parentale, ma non solo. Soltanto il 44per cento di chi si trova in difficolta' economica e' stato aiutato da qualche familiare o parente, con un calo del 7per cento rispetto a cinque anni prima. Ad accentuare la fatica e l'affanno delle famiglie umbre concorre la complessa ripartizione del tempo e la difficolta' di conciliare il lavoro con la vita familiare.

Saturday
14/05/11
11:53
CARLA AVEVATE PROMESSO E STANZIATO ,CON DAMIANO STUFARA, 115 MILIONI DI EURO PER I NON AUTOSUFFICIENTI ,STANZIATI NEL 2010 ,PRIMA DELLE REGIONALI ,DOVE SONO QUESTI SOLDI ?CHE E' STA STORIA DEI 4 MILIONI DI EURO PER I NON AUTOSUFFICIENTI ?
CI SONO 25.000 PERSONE NON AUTONOME CHE NECESSITANO DI ASSISTENZA CONTINUA IN UMBRIA !
GLI DESTINIAMO 160 EURO A TESTA ?!!
l'EMILIA ROMAGNA EROGA A OGNI SINGOLA FAMIGLIA FINO A 8000 EURO ALL'ANNO DI ASSEGNI DI CURA ,LA PUGLIA DI VENDOLA FINO A 6000 EURO ALL'ANNO !