Occorre istituire un tavolo tecnico per trovare “soluzioni condivise e sostenibili per recuperare e valorizzare il sito G.B. Grassi di Monte del Lago”, a lungo sede dell’Istituto di idrobiologia e pescicoltura del Trasimeno. Un impegno che la prima Commissione consiliare della Provincia di Perugia affida, attraverso un ordine del giorno a firma del presidente (che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio), a presidente e giunta provinciale. Per conoscere da vicino lo stato in cui versano gli edifici che fino agli anni ’80 hanno accolto le attività di studio e ricerca dell’Istituto, i membri della Commissione hanno effettuato un sopralluogo a Monte del Lago nella giornata di giovedì, accompagnati da alcuni responsabili del Dipartimento di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali e del Dipartimento Biologia Cellulare e Ambientale, e da rappresentanti istituzionali del Comune di Magione.

Il Centro di ricerche “Grassi”, prospiciente il molo, fu fondato nel 1921 da Osvaldo Polimanti, celebre fisiologo della Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia che lo denominò Stazione Idrobiologica. Successivamente, tra gli anni 1951-‘54, per iniziativa di Aldo Spirito, biologo generale e preside della Facoltà di Scienze MM.FF.NN., il centro venne ristrutturato ed ampliato con la costruzione di un nuovo edificio sempre adibito alla ricerca sul lago. La sua opera si concluse con il riadattamento del cosiddetto stabulario: una palazzina già costruita dalla Regione di fronte alla Stazione Idrobiologica. Sia questo che le vasche dovevano servire per esperimenti di pescicoltura e a tale scopo furono cedute dalla Regione all'Università. Nel 1954 fu chiamato alla direzione di questo complesso di laboratori Giampaolo Moretti, zoologo di Camerino.

Fu lui a dargli maggior lustro aumentando i ricercatori ed estendendo le ricerche alla fauna aviaria e a quella ittica, ma quando questo lasciò l'incarico si ebbe un graduale impoverimento dell'Istituto: le attrezzature scientifiche vennero trasferite a Perugia, le strutture, non più adeguatamente presidiate, furono oggetto di numerosi furti e negli immobili si verificarono perdite d'acqua e cortocircuiti a causa dell'assenza di un’adeguata manutenzione. “Ad oggi – fanno presente i membri della prima Commissione - gli immobili e l'area antistante risultano in stato di abbandono e non vi è certezza riguardo il futuro dell'Istituto”. Ma vi è anche la preoccupazione che non vada disperso il patrimonio di studi in campo idrobiologico volti a tutelare il prezioso ecosistema del lago Trasimeno.

La proposta è dunque che quanto svolto dall’Istituto possa in futuro essere proseguito presso la struttura del Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo, di proprietà della Provincia di Perugia, dove l'Ente in collaborazione con le Università di Perugia, Siena, Pisa e Firenze sperimenta tecniche di ricerca sul tema della pescicoltura ed esegue il monitoraggio sulle condizioni ambientali del lago Trasimeno. Per questo motivo, accompagnata dal responsabile ittiologo, dopo aver visitato le strutture di Monte del Lago, la prima Commissione si è trasferita a Sant’Arcangelo. Qui ha potuto visitare gli interni dell’impianto dove è da poco terminata la raccolta dei lucci e dove ci si sta ora concentrando sulla riproduzione di tinche e carpe. “ Quello di Sant’Arcangelo – è stato spiegato – è l’unico centro pubblico italiano dove si riproduce materiale ittico da ripopolamento. Al momento tutta la produzione è destinata al lago Trasimeno”.

L’impianto è stato recentemente potenziato e sottoposto ad ampliamento da parte della Provincia di Perugia. Anche per questo motivo esso viene visto come il naturale approdo di quelle attività che un tempo erano espletate presso l’Istituto “Grassi” di Monte del Lago. “Sarà mia cura – sono state le parole del consigliere provinciale delegato all’ambiente a margine del sopralluogo di giovedì – convocare un tavolo tecnico tra Provincia, Università e Comune di Magione per trovare delle soluzioni che portino da una parte al ripristino degli immobili di Monte del Lago, inseriti in un contesto ambientale di particolare pregio, e dall’altra per valorizzare ulteriormente il centro ittiogenico di Sant’Arcangelo sul quale la Provincia sta investendo”.

Fonte: Cittadino e Provincia

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