Federalismo/ Regione: abbiamo conti in regola / Pdl: spesa pubblica troppo alta
di bnc
PERUGIA - La cabina di regia per traghettare la Regione, le due Province e gli enti locali nel mare nuovo del federalismo Fiscale è stata respinta oggi in Consiglio regionale. L'idea era del centrodestra (Pdl e Lega Nord) preoccupato del costo dei carrozzoni e della spesa pubblica regionale. Ma la maggioranza ha invece risposto con i numeri: spesa pubblica sotto controllo, riforme degli enti in atto e sanità modello per il Paese. La regia non si può fare perché, secondo il centrosinistra, il Governo non "fa che rinviare a decreti futuri le decisioni concrete su tasse e sanità". C'è incertezza sulle risorse, sulle entrate e sui parametri.
La spiegazione di conti in ordine non ha convinto il capogruppo della Pdl, Nevi: "I dati che abbiamo sono preoccupanti e richiedono un serio confronto. Per ora ci limitiamo a registrare le analisi di autorevoli centri studi, come quelle di Banca d'Italia, che fotografa una spesa pubblica umbra (4.195 euro procapite) tra le più alte d'Italia. Anche al netto della spesa per il terremoto si arriva ad una cifra che è di 600 euro superiore alla media delle altre Regioni a Statuto ordinario. Ma il dato più allarmante è quello fornito dal centro studi della Cga di Mestre: l'Umbria guida la classifica dell'incremento della spesa pubblica corrente negli
ultimi 10 anni, con un +143,7%".
Per l'ex assessore al bilancio Vincenzio Riommi il problema dell'approdo del federalismo in Umbria sta tutto nel farsi riconoscere risorse sufficienti a fronte di una capacità fiscale da piccola regione: "Ma il vero problema dell'Umbria non è quanto spendiamo, perché siamo comunque nella media e in tanti ci riconoscono di spendere bene. La nostra vera difficoltà è dovuta alla ridotta capacità fiscale, che deriva da quanto si produce in questa regione. È su questo che dovremmo intenderci: in passato abbiamo avuto grandi capacità di portare risorse pubbliche in Umbria e di spenderle bene. Purtroppo per il futuro le risorse che ci serviranno le dovremo produrre noi, e sarà difficile mantenere la qualità dei servizi che abbiamo raggiunto. In questa logica il sovradimensionamento del settore pubblico è un problema".
Il capogruppo del Psi, Massimo Buconi, però ha ricordato che il Governo dell'Umbria non è ostile alla formula del federalismo fiscale:"L'Umbria che è già dentro questo processo non si oppone ideologicamente al federalismo, partecipa ai tavoli nazionali e lo fa con proposte proprie, reclamando punti di forza, ad esempio in materia di sanità facendo valere i suoi conti a posto. Non ci sottrarremo alle nostre responsabilità, ma come gruppo socialista non possiamo votare il testo della mozione per le motivazioni politiche che la accompagnano”.

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