Inchiesta G8: Scajola è estraneo, ma chiarisca perché Anemone gli ha pagato casa
I pm di Perugia, che hanno indagato sulla fosca vicenda dei grandi appalti per il G8, chiedendo 19 rinvii a giudizio, fra i quali anche quello per l’allora capo della Protezione Civile, hanno invece dichiarato l’ex ministro Scajola estraneo alla vicenda stessa. Tanto è bastato per consentire, non solo, che l’interessato gioisse alla notizia del suo proscioglimento, ma che si levasse a suo sostegno un coro di ossequiosi estimatori che si sono compattamente scagliati contro la stampa e quanti avevano legato il nome del navigato uomo di governo ad una pagina nerissima della cronaca politica italiana dell’era di Berlusconi.
Ne conveniamo, per i pm perugini Scajola con questa brutta vicenda non ha nulla a che vedere, ma da qui a chiedere il suo pronto reintegro nella compagine governativa, come gli stessi estimatori dell’ex ministro hanno immediatamente rivendicato a riparazione del torto subito, ce ne corre. Tutti compresi nel loro fervore, questi signori tralasciano infatti che sempre i pm perugini hanno confermato il giro di denaro che il costruttore Anemone aveva messo su, una cospicua parte del quale, trasformato nei famigerati assegni circolari di cui tanto si è parlato, finirono misteriosamente nelle mani del proprietario dell’appartamento con vista sul Colosseo acquistato da Scajola. Insomma, questo inquietante passaggio di denaro è stato confermato, anche se, ci assicurano e ne prendiamo atto, non ha nulla a che fare con gli appalti della Maddalena.
Allora, poiché siamo anche noi convinti assertori del detto antico secondo il quale non Cesare, ma perfino la sua consorte, può essere sfiorata dal minimo dubbio, chiediamo troppo a Scajola, di spiegarci, possibilmente prima di riappropriarsi della poltrona di ministro che ha perso per questi fatti, di fornirci una spiegazione convincente del perché Anemone sia stato così munifico nei suoi confronti? Una spiegazione più convincente, la preghiamo signor ministro in pectore, di quella a suo tempo da lei fornita, quando si mostrò meravigliato per il fatto che qualcuno, a sua insaputa, gli aveva pagato la casa.
A chiederglielo è un cittadino che, dopo una vita di lavoro, si trova ancora a sostenere il sacrificio del pagamento mensile dell’affitto per la modesta casa che abita, essendo così sfortunato da non essersi mai imbattuto in un benefattore disposto a regalargliela.
Eugenio Pierucci




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